mercoledì 17 aprile 2024

Come tenersi stretti i dipendenti

Stasera condivido due post tratti dal social network professionale LinkedIn e accomunati da un tema che non sarà difficile da intuire. Il primo è di Massimo Rosa, che si autodefinisce un head hunter "politicamente scorretto".

Azienda: Rosa, faccia presto! Il nostro direttore di produzione storico ha dato le dimissioni; dobbiamo trovare un sostituto.
Strano, nonostante avessimo rilanciato con un aumento di retribuzione e con la disponibilità a dargli maggiore flessibilità di orario non ha voluto ripensarci.
Eppure era quello che richiedeva da anni ??!
Io: Appunto.
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Le aziende del Buon Lavoro trattano bene i loro dipendenti prima che rassegnino le dimissioni, non dopo.

Il secondo è di Phil Putnam, Speaker, Workshop Leader, Coach e chi più ne ha più ne metta; ne riporto qui di seguito la traduzione dall'inglese.

«Il tuo aumento di stipendio sarà del 2%», le ho detto. È stato uno dei miei momenti peggiori da leader.
Era la mia persona più produttiva, il mio braccio destro.
Fondamentale al 1000% per il nostro team. Eppure il 2% era il massimo che la nostra azienda le avrebbe dato.
Era molto al di sotto del suo valore, lo sapevamo entrambi, e non potevo fare di meglio per lei.
Era confusa, arrabbiata, triste, delusa e visibilmente bloccata nel non sapere come rispondere al meglio in quel momento.
Dopo un po' di silenzio, alla fine chiese: «Cosa pensi che dovrei fare di diverso?».
«Penso che dovresti cercarti un nuovo lavoro», risposi. «Perché ci hai regalato un anno incredibile e ti abbiamo dato il 2% per questo. E non puoi costruire una vita su quello».
Due mesi dopo ha trovato lavoro da qualche altra parte per il 29% in più di quanto la pagavamo.
Mi ci sono voluti 5 mesi per trovare un sostituto che accettasse lo stipendio che il mio datore di lavoro era disposto a offrire.
Questa esperienza mi viene sempre in mente quando incontro leader perplessi/lamentosi/arrabbiati per la frequenza con cui perdono dipendenti.
Secondo me, perdi il diritto di arrabbiarti quando qualcuno se ne va, se non sei stato disposto a dare loro ragioni sufficienti per restare.

Per risollevare – ma neanche tanto – il tono del post, concludo con alcune vignette, la prima delle quali è anch'essa particolarmente in tema, tratte da Work Chronicles.





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