Stamattina la giornalista Serena Bortone, conduttrice del talk show Chesarà... su Rai 3, ha denunciato sui social un episodio a dir poco spiacevole riguardante la sua trasmissione.
Come avrete letto nel comunicato stampa, nella puntata di questa sera di “Che sarà” era previsto un monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile. [È sempre bene ricordare cosa si festeggia, il 25 aprile, NdC]
Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato. Non sono riuscita ad ottenere spiegazioni plausibili. Ma devo prima di tutto a Scurati, con cui ovviamente ho appena parlato al telefono, e a voi telespettatori la spiegazione del perché stasera non vedranno lo scrittore in onda sul mio programma su Raitre. Il problema è che questa spiegazione non sono riuscita a ottenerla nemmeno io.
Il Post riporta un frammento abbastanza eloquente del monologo di Scurati...
Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.
Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023).
Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana.
... oltre ad alcune ipotesi sulle motivazioni dell'annullamento del contratto.
Dopo le proteste dei giornalisti Rai contro le nuove regole sulla par condicio, e dopo che molti personaggi di punta hanno tradito "mamma Rai" per andare a lavorare altrove, generalmente sul canale Nove del gruppo Warner Bros Discovery – il primo caso clamoroso è stato quello di Fabio Fazio, mentre quello di Amadeus, reduce dal grande successo di cinque Festival di Sanremo consecutivi, è solo l'ultimo in ordine di tempo – non è che l'ennesimo colpo assestato dall'attuale maggioranza di destra-centro alla televisione pubblica. Mi pare di ricordare che nessun governo, quale che fosse la sua parte politica, si sia mai spinto tanto in là.
[L'immagine che apre il post è tratta dal sito dell'Arci, ed è stata elaborata in collaborazione con Testi Manifesti]
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