Sono settimane che mi tengo a distanza dal famigerato collega no-vax: praticamente da quando è venuto meno l'obbligo di mascherine sul lavoro, anzi da ancora prima perché lui, credendosi stoc@22o, l'obbligo mica lo rispettava. Con la scusa di dover lavorare parecchio con l'hardware, mi sono di fatto trasferita in laboratorio, dall'altra parte dell'ufficio, abbandonando la mia postazione ufficiale a pochi metri dalla sua. L'ho fatto non solo, o non tanto, perché temo che lui possa contagiarmi di nuovo – anche se sono pronta a scommettere qualche soldo sul fatto che il primo caso di reinfezione in azienda sarà il suo – quanto perché, ebbene sì, non tollero la sua presenza, basta la sua voce a darmi sui nervi, e quando passa in laboratorio per c@22eggiare con gli altri due colleghi che stanno lì abbastanza stabilmente mi trattengo a stento dal dirgli «Qui c'è gente che lavora... Bello non averci un c@22o da fare, vero?». Quando per caso lo incrocio lo saluto, per buona creanza, ma la sua risposta, se arriva, rimane al di sotto della soglia dell'udibile.
L'altroieri, a sorpresa, è arrivato nel summenzionato laboratorio per consegnarmi alcuni fogli evidenziati, aggiungendo «Senza nessuna cattiveria, ti consiglio di leggerli. Soprattutto la seconda pagina». Ebbene, si trattava della sentenza del tribunale di Firenze di cui si parla qui, che ha annullato la sospensione dell'esercizio della professione per un'iscritta all'ordine degli psicologi non in regola con l'obbligo vaccinale previsto per la sua categoria. (Il PDF è linkato in un articolo di Radio Radio che fa girare i cosiddetti fin dal titolo)
Mi sono trincerata dietro un muto "no comment" ma, se avessi parlato, ecco alcune delle cose che avrei potuto dire.
«L'unica cosa che ho imparato "grazie" a te è che purtroppo la giustizia è anche in mano a gente disposta ad abboccare alle peggiori panzane. Del resto avere una laurea non rende di certo immuni alle bufale: ne sei un esempio tu, onta e disonore dei laureati in ingegneria.»
«Ti illudevi forse che quest'accozzaglia di scempiaggini no-vax potesse farmi cambiare idea? Io sono convinta quanto e più di te di essere nel giusto, ma a provare a far cambiare idea a te ci ho rinunciato, perché sarebbe solo una perdita di tempo.»
«No-vax non è un insulto, ma una semplice constatazione. Se non ti sei voluto vaccinare e credi alla storiella dei "sieri" sperimentali che modificano il DNA e hanno causato migliaia di morti, cos'altro sei se non un no-vax?»
«La prossima volta che tu dovessi sentire l'assoluta necessità di condividere certa robaccia, per cortesia mandamela via mail, così la cestino direttamente senza che venga sprecata della carta.»
«Grazie comunque per aver evidenziato le castronerie più grosse, così ho potuto individuarle rapidamente a colpo d'occhio.»
E per finire, quella forse più "forte"...
«Senza cattiveria, sai dove te le puoi mettere le tue credenze? Te lo lascio immaginare.»
Lui mi ha sempre presa in giro perché sono di poche parole... ma se sapesse quanto e soprattutto cosa penso, probabilmente gli passerebbe la voglia di scherzare! ;-)
[La foto che apre il post ritrae la sede dell'AUSL di Modena vandalizzata dai no-vax]
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