Di recente un mio "facciamico" ha condiviso – non mi è chiaro a quale scopo, perché ho troppa stima di lui per credere che possa pensarla in quel modo – gli 8 BUONI MOTIVI PER ESSERE ANTIFEMMINISTI pubblicati sulla pagina Facebook Cara, Sei Femminista, la cui ragion d'essere mi pare illustrata a dovere dalla relativa immagine di copertina.
- Il rispetto per le persone -uomo o donna che siano- lo insegna l'educazione familiare e non un movimento ideologico.
- Bisogna ribadire che esiste una violenza trasversale ai generi e non "di genere"
- Il femminismo porta alla colpevolizzazione dell'uomo in quanto tale, nonostante finga di voler "tutelare anche gli uomini"
- L'uomo e la donna adulti sono in grado di tutelarsi autonomamente, senza bisogno delle femministe e della loro volontà di porsi come paladine non richieste.
- L'unico vero conflitto è sempre quello sociale (ricchi-poveri, garantiti-non garantiti, elite-popolo ecc) e non quello immaginario tra sessi.
- La differenze biologiche, attitudinali e caratteriali tra uomini e donne esistono. Volerle negare/superare/reprimere non porta a nessuna parità ma soltanto ad un'aberrante omologazione che sterilizza il rapporto tra i sessi.
- Il femminismo crea un clima di paranoia generalizzata che risulta negativo sia per gli uomini che per le donne.
- L'italiano è una lingua splendida mentre gli asterischi fanno cagare.
Ce ne sarebbe abbastanza per farsi esplodere il fegato... ma per fortuna Lorenzo Gasparrini ha replicato punto per punto sul suo tumblelog Questo Uomo No, introdotto da queste parole: «Contro lo stupido, ipocrita, diseducativo, violento machismo dilagante, segnalo qui ogni scritto, immagine, rappresentazione, disegno, spot, che racconta un tipo di uomo che non mi piace».
Il titolo è tutto un programma: non hai qualcosa per qualcuno, hai qualcosa contro qualcuno, un anti-messaggio. Se i femminismi fossero una cosa tanto facile da smentire, tanto falsa, non servirebbero antifemminismi: la loro falsità, la loro inutilità dopo tanti anni si dimostrerebbe da sola. Se dei tizi hanno bisogno di essere antifemministi, probabilmente non gli basta essere quello che sono, di qualsiasi cosa si tratti.
Non sorprende che la figura maschile in questione, così fiera del suo antifemminismo, venga definita stronzista...Le stronzate di questi MRA, più o meno consapevoli patetici tentativi di difendersi da una minaccia inventata dal vero male da combattere, girano almeno dagli anni ‘70, e in tutti questi decenni non hanno perso nulla della loro marronità. Il fatto che tanti (e tante!) le replichino con disinvoltura, come fossero argomenti sensati, non fa che aumentarne la comicità.
- Quella stessa educazione familiare che fa morire le donne soprattutto in casa, per mano dei mariti, compagni, ex? Quella stessa educazione familiare che fa crescere bambini che non siano femminucce e bambine che non siano maschiacci? Quella stessa educazione familiare che pensa che esista la “famiglia naturale”? Questa stronzata giustamente è la numero 1, perché è doppia: i femminismi sono l’esatto contrario di movimenti ideologici perché nascono da pratiche di libertà. Le parole che non si conoscono non vanno usate, e ancora meno prese a prestito pensando di sapere cosa significano.
- Questa stronzata è tipica di chi vuole evitare il problema di mettersi in discussione, perché non ne ha il coraggio. Invece di accettare le differenze necessarie a comprendere un fenomeno complesso come la violenza di genere, s’immagina che la violenza che colpisce corpi differenti, fatta da corpi differenti, in situazioni sociali e culturali differenti, sia sempre la stessa violenza. Così si potrebbero sostenere altre stronzate, come che le donne sono violente quanto gli uomini. E’ la pia illusione in cui ancora si culla tanta ignoranza, o tanta malafede - o entrambe.
- Questa solenne stronzata si basa su una ignoranza - o su una malafede - tipica del più forte pregiudizio contro i femminismi: il pensare che il loro obiettivo polemico siano gli uomini, e non il maschile. Prendersela con tutti gli esseri umani XY sarebbe una cretinata politica talmente ridicola da non durare neanche una settimana; il fatto invece che i femminismi sappiano mettere in discussione da secoli, in tutte le epoche, territori ed economie, ciò che culturalmente costruisce l’identità maschile, li fa essere da sempre molto efficaci e inarrestabili. E per questo vengono combattuti a furia di stronzate.
- Non si capisce il bisogno di questa stronzata di rinforzo alla stronzata numero 1, se non che si è talmente deboli nei propri argomenti che si ha bisogno di ripeterli. L’ultima cosa che vuole essere una femminista è una figura che si erge sopra le altre togliendo loro la responsabilità del conflitto, lo sa chiunque anche solo da lontano abbia sentito qualcosa di realmente femminista; e l’ultima cosa che vuole il patriarcato sono adulti in grado di tutelarsi autonomamente.
- Qui la stronzata sta nell’ultima parola, apparentemente la più certa per chiunque e invece la chiave del miserevole trucco stronzista. I sessi non nascono certo in conflitto; lo imparano quando diventano, socialmente, generi, producendo il primo e probabilmente il solo reale conflitto sociale, dal quale - come dimostrano ormai innumerevoli studi - derivano tutti gli altri. Di immaginario c’è solo il sentore di marxismo di questa stronzata - anzi, di MRAxismo, come suggeritomi da una divertita amica femminista.
- Questa fantastica stronzatona, di sapore fascioclericofusarico, deve la sua immensità proprio alla sfacciataggine con la quale dice l’esatto contrario praticamente di tutti i femminismi mai apparsi sul pianeta: oh, non ce n’è uno che neghi le differenze biologiche, attitudinali e caratteriali tra uomini e donne. Ma figuriamoci se uno di questi campioni si va a informare in quei luoghi misteriosi, sinistri e notoriamente gestiti da femministe quali sono le biblioteche. Tra l’altro, lo stronzista in questo caso non s’è accorto che o crede in questa numero 6 o crede nella stronzata numero 2: come potrebbe esserci una violenza trasversale ai generi uguale per chiunque in mezzo a tutte quelle differenze? Ma figuriamoci se uno stronzista si lascia impressionare dal principio di non contraddizione.
- Magari, mio caro stronzista: significherebbe che è largamente diffuso tra tutti e tutte, tanto da generare quel clima. Quella paranoia generalizzata che senti tanto in giro si chiama patriarcato, e la tua ansia di provare a dimostrare che la cura è invece la malattia testimonia di quanto quella reale malattia ormai si sia impossessata di tutto te stesso. Stai pure certo che se i femminismi avessero il potere di creare un clima generalizzato, non sarebbe paranoia, ma tutto il contrario. Invece, come vedi, fioccano le stronzate.
- L’ultima stronzata riportata non è neanche un’argomentazione, ma una semplice opinione da stronzista ignorante che dimostra quanto l’autore e il ricopiatore sappiano poco di ciò di cui parlano. Onestamente, ne avevamo già avuto il sospetto.
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