[Questa non è altro che una goccia destinata inesorabilmente a scomparire nel mare degli innumerevoli articoli e post della serie ai tempi del coronavirus]
L'altro giorno nel blog Wrong Hands è stata pubblicata la vignetta qui accanto, che raffigura una playlist pandemica composta da brani che fin dal titolo ricordano la situazione attuale: Don't Stand So Close to Me, All By Myself, Wake Me Up When September Ends (ma io mi aggrappo alla speranza che ne saremo fuori ben prima di settembre)... Chissà se John Atkinson, quando l'ha ideata, era già al corrente dell'esistenza su Spotify della playlist Coronavirus – successivamente rinominata in Beervirus, un nome un pochino meno inquietante che allude alla birra Corona le cui vendite sono crollate, a quanto pare, per un effetto imprevedibile dei meme goliardici che la associavano al COVID-19 – e che per quanto mi riguarda ascolto volentieri, perché comprende parecchi brani davvero niente male: da It's The End Of The World As We Know It degli R.E.M. a Zombie dei Cranberries, da The End dei Doors all'inevitabile Apocalypse Please dei miei adorati Muse!
Sul sito Ad Age puoi vedere le copertine di svariati album famosi, rielaborate all'insegna del social distancing; ecco le mie preferite.
A proposito di Abbey Road dei Beatles, ho letto che l'amministrazione comunale di Londra ha colto l'occasione delle strade deserte a causa del lockdown per far ridipingere lo storico attraversamento pedonale.
E a proposito dei Queen, la copertina dell'album Queen II inevitabilmente mi ricorda il video di Bohemian Rhapsody, della quale sono state pubblicate a distanza di una settimana l'una dall'altra due cover quasi identiche con il testo rivisitato in chiave per così dire contemporanea; la prima è di Adrian Grimes e il video mostra soltanto il testo in sovraimpressione, mentre la seconda è di Raúl Irabién, il quale si è fatto in quattro anche visivamente.
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