La trama in sintesi: Il quattordicenne Hiro Hamada è un piccolo genio della robotica, e intasca dei bei soldini gareggiando nei bot duelli, combattimenti clandestini tra robot telecomandati sui quali si scommette illegalmente. Il fratello maggiore Tadashi è convinto che così facendo Hiro sprechi il suo talento, e quindi decide di introdurlo "casualmente" nel college dove lui sta studiando robotica: il ragazzino ne rimane entusiasta, e scopre che nonostante la giovane età ha la possibilità di esservi ammesso anche lui, a condizione di presentare un progetto abbastanza valido. Pensa che ti ripensa, Hiro mette a punto degli avveniristici microrobot controllabili col pensiero: un'invenzione dalle enormi potenzialità. Purtroppo non fa in tempo a godersi il meritato successo che l'edificio universitario prende fuoco ed esplode con dentro Tadashi. Per il povero Hiro, orfano di entrambi i genitori dall'età di tre anni, non sarà affatto facile metabolizzare il dolore di quest'ulteriore perdita. Quando però il ragazzino scoprirà che l'incendio non è stato accidentale, bensì appiccato allo scopo di impadronirsi dei suoi microrobots per finalità tutt'altro che benefiche, non potrà starsene con le mani in mano, ma passerà all'azione con l'aiuto dei suoi nuovi amici conosciuti al college.Che dire, Big Hero 6 è stato un vero spasso: tra l'altro vi si nota chiaramente, per quanto adattata al pubblico dei giovanissimi, l'impronta supereroistica della Marvel, che nel 1998 ha pubblicato la serie a fumetti omonima ed è stata acquisita dalla Disney nel 2009. Il film ha soddisfatto appieno sia il mio lato infantile (ridevo quasi più io rispetto ai numerosissimi bambini presenti in sala) sia quello sentimentale (almeno in due o tre occasioni mi sono ritrovata con gli occhi lucidi, accidenti...), per non parlare di quello nerd (che figata spaziale, tutti quei robot!!! In un posto come il San Fransokyo Institute of Technology ci andrei a lavorare anche adesso, se solo mi volessero). E il film impartisce a grandi e piccini anche un'indimenticabile lezione riguardo alla superiorità del perdono sulla vendetta...
Coprotagonista del film è il robot Baymax, programmato per essere un perfetto operatore sanitario, ma riprogrammabile in modo da apprendere le abilità più disparate. È lui a campeggiare nella locandina del film, con il suo «aspetto rassicurante e coccoloso». Nel doppiaggio italiano, a prestargli una voce altrettanto rassicurante – anche se magari non la definirei "coccolosa" ;-) – è il nostro Flavio Insinna.
Fra i temi del film c'è anche il teletrasporto, dal quale la sottoscritta è sempre stata affascinata... e da un po' di tempo a questa parte anche particolarmente interessata, per motivi personali! ;-) Riporto qui di seguito alcuni link sull'argomento, dai quali risulta che, ahimè, il trasferimento istantaneo a distanza di oggetti macroscopici e soprattutto di esseri viventi è ancora un'utopia, perlomeno allo stato attuale delle conoscenze scientifiche...
- 2025: il teletrasporto è realtà
- Teletrasporto quantistico, così viaggeranno le informazioni (ultra sicure) del futuro
- Nuovo record per il teletrasporto
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