L'altroieri, quando ho aperto Instagram, mi ha colpita l'immagine qui accanto, che riporta un frammento dell'intervista alla scrittrice Elena Loewenthal pubblicata su La Stampa: «Potrà sembrare strano a tutti noi che – seppur soltanto da un pugno di decenni – diamo la pace per un fatto acquisito, persino scontato, ma i 22mila matrimoni celebrati in Ucraina dall'inizio della guerra non devono stupirci. Piuttosto, forse, farci riflettere su tante cose: il destino di tutti e di ciascuno. Gli impulsi, le emozioni e i sentimenti che ci guidano. La straordinaria capacità umana di adattamento ma anche quella, non meno straordinaria e spesso latente, di reagire alla realtà soprattutto quando è tanto scomoda».
Mi è venuto naturale mettere questo in relazione con un'altra notizia che ho letto ieri. Giorni fa, presso l'Hospice "Il Tulipano" dell'Ospedale Niguarda di Milano, si è celebrato il matrimonio fra la 35enne Laura, malata terminale ricoverata nella struttura per le cure palliative, e il suo Andrea. Appena cinque giorni dopo il coronamento di un amore che durava da 13 anni la sposa purtroppo ha cessato di vivere, e suo marito le ha dedicato un post su Facebook – a suo dire «una felice eccezione», essendo lui tutt'altro che avvezzo al social – che mi ha davvero commossa. Anche se con una punta di pudore riporto le parole di Laura per Andrea, che lui stesso ha voluto condividere:
È stata un po' un'altalena, la mia vita, un moto irrequieto, nelle relazioni, negli interessi, nello studio. Passavo da un gruppo di amici all'altro, cambiavo ragazzo, genere musicale, facoltà universitaria. Tutto finiva per annoiarmi e ricominciavo a cercare nuovi stimoli.
Con Andrea è stato diverso, ho capito subito che lui era il mio lui. L'altalena si è fermata. L'irrequietezza si è placata. Ho scoperto il senso di appartenenza e non ho mai desiderato altro.
Pur con le evidenti differenze, queste vicende mi colpiscono in modo particolare. Devi sapere che più o meno a maggio 2020 sarei dovuta convolare a giuste nozze con il mio amore... solo che pochi mesi prima capitò quello che tutti sappiamo, perciò fummo costretti a rimandare. E per un motivo o per l'altro abbiamo continuato a procrastinare. Ma a questo punto mi sa che è arrivato il momento di "quagliare" senza perdere altro tempo... <3
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