giovedì 31 marzo 2022

Che fretta c'era?

Da domani, ricorda Il Post, in Italia non sarà più in vigore lo stato di emergenza legato alla pandemia da coronavirus e verranno tolte diverse restrizioni, a cominciare da una prima eliminazione dell'obbligo di Green Pass in vari luoghi e circostanze. E dal primo maggio ogni obbligo di Green Pass sarà eliminato, così come anche ogni obbligo di indossare le mascherine al chiuso.

Chiamami guastafeste, ma a me che ho preso il COVID a causa del mancato rispetto altrui di regole che erano a tutti gli effetti in vigore, questa corsa al "liberi tutti" preoccupa non poco. Tra l'altro l'eventualità di una reinfezione da Omicron, magari con qualche inedita sottovariante – in base al sequenziamento del mio tampone io ho "vinto" la BA.2 – a distanza di pochi mesi è tutt'altro che remota. E considerato che la prima infezione non è stata proprio una passeggiata di salute né per me né per il mio compagno, cosa dovremmo fare per non ricascarci, ritirarci in un eremo per permettere al resto del mondo di illudersi che sia tutto finito? Per quanto mi riguarda, se lo scopo dell'allentamento delle restrizioni è affrettare il ritorno alla normalità e rilanciare l'economia, mi sembra poco logico, almeno in questo momento: attualmente in Italia ci sono 1.277.044 positivi ufficiali – più un numero imprecisato di persone che rifiutano di fare il tampone per non rischiare di finire in isolamento, lo so per certo – che non possono uscire di casa e non è detto che abbiano la possibilità di lavorare da remoto oppure seguire le lezioni in didattica a distanza, per non parlare delle conseguenze che tutto questo comporta per i loro familiari.

Oggi ho avuto la pessima idea di impelagarmi in una discussione in un gruppo Facebook teoricamente pro-vax, ma ho letto una sfilza di fesserie una peggio dell'altra.

  • «Se tolgono l'obbligo di mascherine al chiuso non m'importa, io continuerò a portarla, nessuno lo vieta». Peccato che le mascherine, che assieme al distanziamento sono il mezzo più efficace per prevenire i contagi, essendo ormai acclarato che i vaccini riducono il rischio di contrarre la malattia in forma grave ma assai meno quello di infettarsi, siano efficaci solamente se tutti le indossano.
  • «Se sei vaccinato il COVID è solo un raffreddore o poco più». È quello di cui ero convinta pure io prima di beccarmelo, e anche una volta sopraggiunti i primi sintomi: dai, non starò benissimo per qualche giorno, ma dopo una settimana tornerò come nuova. Invece di settimane ne sono passate due, dopo essermi negativizzata sono tornata in ufficio, ma poiché non sto ancora bene ho ottenuto di lavorare da casa per ben due giorni questa settimana.
  • «Con tre vaccini ancora non vi sentite sicuri?!». Guarda, io a due mesi dalla terza dose mi sentivo abbastanza sicura, ma la mia peraltro inconsueta tranquillità si è rivelata mal riposta.
  • «Mica sei finita all'ospedale!». E grazie tante, ma stavo meglio prima, permetti?

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