mercoledì 29 gennaio 2020

Un mondo alla rovescia

Stasera avevo intenzione di parlare di politica; ero indecisa tra le allucinanti dichiarazioni del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana (non posso di certo chiamarlo "il mio presidente" non soltanto perché non avrei potuto votarlo neanche volendo – all'epoca avevo ancora la residenza in Abruzzo – ma soprattutto perché mai e poi mai voterei un politico di centrodestra, e men che meno leghista) alle quali ha replicato degnamente Iacopo Melio, le assurde offese rivolte da Alessandra Mussolini alla signora Liliana Segre alla quale dovrebbe soltanto chiedere perdono a nome del suo tristemente noto antenato, e questo tweet di Alberto Bagnai (professore di politica economica all'Università di Chieti e Pescara attualmente in aspettativa dopo essere stato eletto in Senato, indovina un po'?, con la Lega) ritornato inaspettatamente in auge a quattro anni esatti dalla pubblicazione, in occasione del Giorno della Memoria. Non sentendomi in grado di sviscerare nessuno di questi argomenti in maniera adeguata, mi occupo di un fatto che potrà sembrare marginale, ma che coinvolge la mia città d'origine, Pescara.
Poche ore fa lo scrittore ed esponente del centrosinistra Giovanni Di Iacovo ha dedicato un post al nuovo murale apparso su un pilastro dell'asse attrezzato, che puoi vedere qua sotto.


A me sinceramente non piace: OK, la calla avrà anche il suo perché, ma in quello sfondo rosso fuoco ci vedo un che di splatter. Qualcuno ha osservato che è sempre meglio di quell'obbrobrio che c'era prima... al che mi sono chiesta: già, cosa c'era prima? Caspita, mica me lo ricordo! Quest'altro post mi ha rinfrescato la memoria.

Sono stata combattuta se scrivere questo post perchè ho un conflitto d'interessi, non sono io direttamente coinvolta in questa storia ma il mio compagno, che da qualche giorno è in down come se avesse perso un "cucciolo".
Trenta anni fa circa Banksy, geniale street artist inglese internazionale, e Blu, altrettanto geniale street artist italiano anch'esso di caratura internazionale, erano praticamente inesistenti ma qualcuno a Pescara disegnava su un pilastro dell'asse attrezzato un murales con la tecnica del graffitismo. Quello che fino a qualche giorno fa potevamo considerare il capostipite dei graffiti pescaresi ora non c'è più. Un disegno semplice, ma realizzato in condizioni difficili. Un graffito che rimarrà raro per la sua posizione, per la tecnica di realizzazione e per il momento storico. Un'opera in città, inimitabile ed incomprensibile per com'è nata e fino a qualche giorno fa ancora miracolosamente visibile. Sistematicamente snobbata da tutte le istituzioni finché l'attuale amministrazione ha pensato bene di compiere un atto di violenza verso quest'opera di importanza storico culturale. Quel murales fu un "atto politico" fatto di determinazione e creatività. Politico perché qualcuno in quel momento storico dimostrava quanto i graffiti, arte di frontiera urbana e di protesta dei ghetti metropolitani, potessero diventare qualcosa di più; un movimento, un fermento sociale ed espressione giovanile. In questo contesto è nato quel disegno.Tutti a Pescara lo conoscevano...fu fulcro in seguito di tante altre opere nella zona del Bagno Borbonico, ma era anche un punto di riferimento per un appuntamento, ci si diceva spesso con gli amici ci vediamo al ponte del Bart, insomma è stato un input culturale, espressione e ribellione per le future generazioni; apparso in tanti giornali regionali, svariati siti di fotografia sulla città di Pescara e anche all'interno di bacheche del tifo organizzato pescarese, sempre presente nelle immagini dei tg nazionali nelle varie esondazioni del fiume. Tutti gli studenti del della Puglia e Molise che passavano in treno per andare a studiare a Bologna o Milano, nei primi anni 90 conoscevano quel murales visibile dalla ferrovia, un'icona artistica di frontiera del Sud. A Pescara ci si chiedeva chi fosse riuscito a fare un disegno di quelle dimensioni. Senza un impalcatura, senza una piattaforma mobile, senza illuminazione nella notte, in solitudine...chi avrebbe potuto correre così tanti rischi e forse anche la vita considerando l'altezza? Se si ipotizzasse il fatto che possa essere stato realizzato rimanendo attaccati ad una corda per ore, si capisce facilmente che la cosa non è stata affatto semplice e chi ha visto nascere quel disegno sa benissimo che fu realizzato in un numero indefinito di notti, questo dovuto sia alla grandezza, sia per le condizioni estreme del posto, nonché non ultimo, per il timore delle forze dell'ordine. Ora l'attuale amministrazione comunale di Pescara, composta da persone attente e di cultura, ha coperto l'opera occupando lo stesso medesimo spazio con un' " icona grafica" pagata dai contribuenti. Sappiamo bene che un graffito "non è per sempre" e vive della sua sorte, ma quel muro ha fatto "la storia". Qualcuno lo ha voluto usare e strumentalizzare a proprio favore. Quanti pilastri ci sono in città da poter occupare? Tanti perché l'asse attrezzato la attraversa per intero. Ringraziamo Pep Marchegiani che non si è nemmeno posto il dubbio di cosa stesse facendo. Rubare uno spazio conquistato sulla strada e non nei "salotti buoni", questo è l'atteggiamento di uno pseudo-artista che promuove un'arte" propaganda". Scusa Pep, ma quanti muri hai fatto in vita tua in questa città? Mettiti il tuo nasino rosso e torna nelle pseudo gallerie da dove sei venuto, ignorante te e l' amministrazione di centro destra filo Salvini a cui hai prestato la mano e la chiudiamo qui, senza sottolineare gli svariati autogol che questa amministrazione ha fatto anche a livello nazionale, vedi il caso della senatrice Segre, Se dopo tutto stai ancora leggendo questo post, se sei arrivato fino in fondo, vuol dire che amavi anche tu quel bimbo strano che sembrava tirasse un calcio a questa stronzata che è stata commessa. Vi chiedo allora di farvi sentire in maniera civile, via social, inondate l'amministrazione comunale di Pescara di messaggi per far sentire il proprio dissenso e boicottate l' ometto Pep Marchegiani. Invece a tutti i WRITERS che hanno respirato la polvere della notte e dei muri fatiscenti per regalarci un pezzo di arte, a tutti coloro che hanno dedicato i propri risparmi per colorare il grigiore di questa politica, dico, RICONQUISTIAMO lo spazio OCCUPY THE WALL.
Ebbene sì, anch'io preferivo senza dubbio il murale precedente...

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