È convinzione assai diffusa il fatto che i giapponesi siano uno dei popoli culturalmente più evoluti del pianeta. Per quanto mi riguarda ho in ufficio un collega "giappo", e benché ci interagisca assai poco – magari il fatto che lui non spiccichi ancora una parola d'italiano tranne "Ciao" dissuade la sottoscritta, già timida e riservata di suo, dal parlargli in inglese ;-) – ne ho un'ottima opinione.
La vigilia di Natale l'imprenditore digitale Marco Massarotto, che nel Paese del Sol Levante ci trascorre buona parte dell'anno per ragioni familiari e professionali, ha raccontato sul suo blog un episodio nel quale ha avuto a che fare con il sistema sanitario nipponico a causa di una brutta tosse: in sintesi, in Italia cotanta efficienza possiamo solo sognarcela.
Due giorni dopo, però, ho letto la notizia dell'esecuzione capitale di un cittadino cinese in Giappone... e beh, per quanto un crimine possa essere brutale ed efferato, un Paese che lo sanziona con la pena di morte non riesco a definirlo pienamente civile.
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