mercoledì 12 giugno 2019

Una storia in dieci tweet

Ieri mi sono imbattuta per caso su Facebook in un album composto da dieci immagini, che erano altrettanti screenshot di tweet di @sixthformpoet pubblicati tre giorni fa uno di seguito all'altro per raccontare una storia divenuta virale in brevissimo tempo. Di norma trovo che un tweet abbia senso soltanto se riesce a riassumere un concetto nei duecentottanta – fino a un paio d'anni fa erano appena la metà, 140, do you remember? – caratteri che ne fissano la lunghezza massima... ma questa volta farò un'eccezione! Ecco la traduzione dei dieci tweet, pubblicati in rapida successione a partire dal number ONE (numero uno).
Mio papà è morto. Classico inizio per una storia buffa. È stato sepolto in un piccolo villaggio nel Sussex. Ero molto vicino a mio papà, così ho visitato molto la sua tomba. Lo faccio ancora. [NON PREOCCUPATEVI, POI DIVENTA PIÙ DIVERTENTE]
Portavo sempre dei fiori, e mia mamma lo visitava molto, e lei portava sempre dei fiori, e i miei nonni erano ancora vivi all'epoca e portavano sempre dei fiori. La tomba di mio padre spesso assomigliava al terzo classificato al Chelsea Flower Show.
Bello, ma mi dispiaceva per il tizio sepolto accanto a mio padre. Lui non aveva MAI fiori. È morto il giorno di Natale all'età di 37 anni, nessuno gli lasciava dei fiori mentre alla tomba accanto c'era praticamente la bancarella di un fioraio. Così ho cominciato a comprargli dei fiori. HO COMINCIATO A COMPRARE DEI FIORI PER UN DEFUNTO CHE NON AVEVO MAI INCONTRATO.
Ho fatto questo per qualche tempo, ma non ne ho mai parlato con nessuno. Era una piccola cosa tra me e me, stavo rendendo il mondo un posto migliore un mazzo di fiori alla volta. So che sembra strano, ma sono arrivato a pensare a lui come a un amico.
Mi chiedevo se ci fosse un legame nascosto tra di noi, qualcosa che mi attirava segretamente verso di lui. Forse siamo andati alla stessa scuola, abbiamo giocato per la stessa squadra di calcio, o chissà cos'altro. Così ho cercato su Google il suo nome, e dieci secondi dopo l'ho trovato.
Sua moglie non gli lasciava dei fiori PERCHÉ LUI L'AVEVA AMMAZZATA. IL GIORNO DI NATALE. Dopo aver ammazzato sua moglie, lui ha ammazzato anche i genitori di lei. Dopodiché si è buttato sotto all'unico treno che attraversava il tunnel di Balcombe quella notte di Natale.
È per QUESTO che nessuno gli lasciava mai dei fiori. Nessuno tranne me, ovvio. Io gli ho lasciato dei fiori. Gli ho lasciato dei fiori ogni due settimane. Ogni due settimane PER DUE ANNI E MEZZO.
Mi sentivo malissimo per sua moglie e per i genitori di lei. Ora, non è che volessi lasciar loro dei fiori ogni due settimane per due anni e mezzo, ma mi sentivo come se dovessi loro una sorta di scuse.
Ho scoperto dove erano sepolti, ho comprato dei fiori e sono andato al cimitero. Mentre ero in piedi davanti alle loro tombe mormorando le mie scuse, una donna è apparsa dietro di me. Voleva sapere chi fossi e come mai stessi lasciando dei fiori per sua zia e per i suoi nonni. IMBARAZZANTE.
Gliel'ho spiegato e lei ha detto «OK, è strano ma piuttosto dolce». Ho detto «Grazie, sì, è un po' strano» e, oddio, LE HO CHIESTO DI USCIRE A BERE QUALCOSA. Incredibilmente, lei ha detto di sì. Due anni dopo ha detto di nuovo sì quando le ho chiesto di sposarmi, perché è così che ho conosciuto mia moglie.
[FINE]
Per quanto la sottoscritta sia una boccalona mica da ridere – solo quando si tratta di storie "di vita vissuta" comunque, mentre contro le fake news mi difendo abbastanza bene – non credo affatto che la storia sia autentica, probabilmente è inventata di sana pianta o quasi, del resto l'autore è uno scrittore e nella descrizione del suo profilo Twitter chiede «Per favore comprate il mio libro, devo alla gente dei soldi»... però devo ammettere che nella sua semplicità funziona parecchio, sia di per sé sia per la forma in cui è stata pubblicata! :-)

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