Quando ero piccola io, le vaccinazioni obbligatorie non erano numerose come oggi: a quanto pare i bambini venivano vaccinati soltanto contro la difterite, la poliomielite e il tetano. A occhio e croce io fui sottoposta pure all'antivaiolosa, dato che in Italia l'obbligo di vaccinare contro il vaiolo tutti i nuovi nati è stato sospeso nel 1977 – io ero nata l'anno prima – e abolito nel 1981, per un'ottima ragione: secondo Wikipedia, «Dopo una massiccia campagna di vaccinazione portata avanti dal XIX secolo e condotta con un imponente sforzo congiunto tra il 1958 e il 1977, l'OMS ha dichiarato nel 1979 la malattia eradicata, dopo che l'ultimo caso di vaiolo contratto in natura, causato da Variola minor, era stato diagnosticato in Somalia il 26 ottobre 1977».
Le vaccinazioni attualmente obbligatorie per effetto del decreto Lorenzin sono dieci: antipoliomielitica, antidifterica, antitetanica, antipertosse, antiepatite B, anti haemophilusinfluenzae tipo B, antimorbillo, antiparotite, antirosolia, antivaricella.
Come puoi notare, dal passato al presente l'antitetanica rimane una costante. Il tetano è una malattia non contagiosa ma non per questo meno temibile, anzi; a provocarla è la tossina prodotta da un batterio. Sempre citando Wikipedia, «Si presenta come una paralisi spastica che inizia da viso e collo, per poi procedere in torace e addome, ed alla fine diffondersi anche agli arti. L'infezione è innescata dalla contaminazione di tagli o ferite da parte delle spore di Clostridium tetani che nella profondità dei tessuti, a causa della anaerobiosi, trova l'ambiente adatto per la crescita e la produzione di tossina». Insomma, decisamente meglio non correre rischi. Per questo, quando mettendo in ordine la mia documentazione sanitaria mi sono resa conto che l'ultimo richiamo che ho fatto risaliva a una ventina d'anni fa – mentre di norma i richiami si fanno ogni dieci anni – mi sono preoccupata e ho deciso di correre ai ripari: tre settimane fa sono andata dal mio medico a farmi iniettare il vaccino acquistato in farmacia al costo di meno di dieci euro (è pure offerto gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale a chi si reca nelle strutture preposte, ma tutto sommato ho stabilito che non valeva la pena che mi sobbarcassi il relativo "sbattimento", compresa la necessità di richiedere un permesso dal lavoro).
Per una tragica coincidenza, giusto un paio di settimane dopo si è diffusa la notizia della bambina di dieci anni ricoverata in ospedale a Verona dopo aver contratto il tetano. Secondo gli ultimi bollettini medici, la povera creatura versa in condizioni disperate. Sarò spietata, ma provo pena solo ed esclusivamente per lei, neanche un po' per quei dementi dei suoi genitori no-vax che hanno messo a repentaglio la vita della figlia in nome delle loro assurde convinzioni, non avendo voluto far sottoporre né lei né la sorella a nessuna delle sopraelencate vaccinazioni obbligatorie. Nell'eventualità che la piccola – ce lo auguriamo tutti – dovesse riprendersi, sarebbe uno di quei casi in cui non reputerei affatto eccessivo mettere in discussione la patria potestà.
AFAIK l'antivaiolosa si faceva alle elementari.
RispondiEliminaPlausibile... ecco perché l'ho scampata! (Se non ricordo male, in molti casi lasciava sul braccio una cicatrice abbastanza evidente) Secondo il calendario vaccinale, quelli attualmente obbligatori, richiami a parte, si fanno quasi tutti a bambini piuttosto piccoli.
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