«La fisica? Non è donna». [...] «la fisica è stata inventata e costruita dagli uomini e l’ingresso non è su invito». Le donne, a suo dire, non sono portate per le materie scientifiche. Motivo per cui non c’è da indignarsi rispetto a un’eventuale scelta di tenerle fuori da un consesso tra addetti ai lavori. [...] la discriminazione, se esiste, è a carico degli uomini. Un’affermazione, quest’ultima, «supportata» anche dall’esperienza professionale del protagonista di questa triste vicenda: a suo dire non assunto dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) a vantaggio di due colleghe, che secondo Strumia potevano contare su un numero di pubblicazioni inferiore. [Ahà, adesso tutto si spiega: je rode! ;-) NdC][A proposito, attualmente a dirigere il CERN c'è una donna, Fabiola Gianotti]
Pur avendo mostrato fin da bambina una spiccata predilezione per la matematica rispetto alle materie umanistiche (non che in italiano andassi male, eh!), è meglio se evito di commentare la frase «Le donne non sono portate per le materie scientifiche». Mi limiterò a riportare due post letti su Facebook: uno del fisico Carlo Rovelli, autore di Sette brevi lezioni di fisica che da tempo mi attende pazientemente sul mio Chìndolo™...
Sky TG24 mi chiama per chiedermi di intervenire in diretta domattina sul dibattito su donne in fisica. Suggerisco che invitino una donna. Mi rispondono che è meglio sia un uomo a dire che ci sono donne scienziate, perché detto da un uomo "è più autorevole".... e l'altro dell'astrofisico Amedeo Balbi, autore di numerosi saggi divulgativi, nonché papà di una bimba che somiglia a me quando ero piccola! :-)
Ho una figlia, e so come funziona. So come funziona quando lei chiede in regalo una scatola di Lego e qualcuno, forse credendosi simpatico, commenta: “così poi ci gioca il papà”. Oppure quando bisogna comprare un grembiule e quelli del colore “giusto” hanno soltanto cuoricini, gattini e principesse, mentre quelli con il patch dell’astronauta sono al reparto “maschietti”. So come funziona quando mi supplica di chiedere esplicitamente alla cassiera il gadget “tecnico” (macchinine, astronavi, ecc.) nel menù bambini del fast food, perché d’ufficio a una bambina viene dato il peluche o la bambolina. E la cosa incredibile è che semplicemente far notare tutto questo risulta forzato: cioè, sembra quasi che siamo noi genitori a spingere nostra figlia in una direzione che non è quella “naturale” per la società. Non si considera mai che una bambina possa decidere da sola cosa le piace. E che possa giocare con una spada laser o costruire un robot, e un minuto dopo spingere un passeggino o provarsi i trucchi allo specchio. Basta pochissimo a rendersi conto di quanto sia precoce la pressione sociale, come scelte, inclinazioni e curiosità vengano pesantemente reindirizzate dall’ambiente, fin dai primi anni di vita, e che per quanti sforzi stiamo facendo per cambiare le cose, mille segnali impliciti continuano a trasmettere il messaggio che ci sono cose da maschi e cose da femmine, e la scienza è una cosa da maschi. Se te lo ripetono in continuazione, se respiri quest'aria da quando sei piccola, prima o poi te ne convinci, lasci stare i Lego e la matematica e cominci a chiedere i peluche. Non c’è da fare grandi studi, basta essere genitori attenti per rendersene conto.[Paolo Attivissimo ha pubblicato un post per fare le pulci all'intera presentazione di Strumia, ma non l'ho ancora letto, perché è davvero molto lungo e merita che mi ci dedichi con la dovuta calma]
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