In seguito ai drammatici attentati terroristici di venerdì sera a Parigi, i palinsesti televisivi si sono dovuti inevitabilmente adeguare alle circostanze. Come suggerisce la vignetta di Beattie condivisa su Twitter da @StanSteam2...
... «Cosa possiamo fare per ridurre la morsa della paura del terrorismo?», in giorni come questi spegnere il televisore potrebbe essere una soluzione tanto drastica quanto efficace! :-/
Del generalizzato clima luttuoso ha risentito pure il tenore dei monologhi di due comici che figurano come ospiti fissi in popolari trasmissioni di prima serata.
Ieri sera a diMartedì è andato in onda un Maurizio Crozza in tono minore, che si è posto – e ha posto ai telespettatori – la domanda «Quanto deve essere vicina una barbarie perché ci colpisca come esseri umani? Cioè, piangiamo solo le città di cui abbiamo un souvenir attaccato sul frigo?», dal momento che di norma le stragi che avvengono in località più remote non hanno affatto la stessa risonanza mediatica dei fatti di Parigi, di sicuro non in Italia. Se da una parte la sua osservazione fa riflettere, dall'altra mi pare abbastanza normale che noi italiani ci sentiamo maggiormente coinvolti da quel che succede in Francia, un Paese confinante visitato da molti di noi per turismo o per altre ragioni: è la paura, l'umanissima paura alla quale alludeva lo stesso Crozza, a farci percepire le sparatorie di Parigi come un presagio di pericolo assai più incombente rispetto a ciò che accade a mezzo mondo di distanza.
In fondo il monologo di Crozza, tra una riflessione serissima e l'altra, denotava una certa leggerezza – la maccheronica autodenuncia «Je suis un crétin totalement brancolant dans la nuit» un sorriso me l'ha strappato :-) – mentre ho avvertito uno spirito ben diverso nell'intervento che Luciana Littizzetto, accantonando del tutto la sua consueta irriverente verve, ha proposto domenica sera a Che tempo che fa. "Lucianina" ha parlato di resilienza – «È una parola bellissima: vuol dire capacità di far fronte ai traumi in maniera vitale, è forza di ricostruirsi, restando sensibili alle cose positive che la vita offre, senza perdere umanità» – e ha letto l'articolo di Aldo Cazzullo pubblicato sabato sul Corriere.
Per la serie «Come usare l'umorismo per umanizzare», concludo con la foto di un cartello vista sulla pagina Facebook di Canvas People-Power.
«Mia moglie è musulmana e non è una terrorista, ma ho paura di lei lo stesso». :-D
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