Ieri Selvaggia Lucarelli ha pubblicato una foto recente della supermodella statunitense Cindy Crawford, classe 1966, al naturale, a confronto con la stessa immagine photoshoppata...
... e l'ha corredata del seguente commento: «Tanto di cappello a Cindy Crawford, che ha scelto di far vedere com'è senza photoshop ("Bisogna accettarsi per quello che si è. Voglio essere un esempio per mia figlia”, ha detto) Perchè è già difficile mostrarsi per una donna qualunque con i propri difetti, ma farlo quando si è state la più bella per mezzo mondo, è eroico. Grande Cindy».
Peccato che, come chiarito da Paolo Attivissimo, si tratti di una bufala. No, non nel senso che l'immagine a sinistra non sia autentica – se devo essere sincera, avevo sospettato un fotoritocco "peggiorativo" – perché lo è, ma è stata diffusa senza il consenso della modella. Il servizio fotografico in questione risale a due anni fa ed è stato pubblicato, massicciamente ritoccato, su Marie Claire di dicembre 2013.
A questo punto posso confessare qual è stato il mio primo pensiero quando ho visto quella foto? Beh, eccolo: «Se anche Cindy Crawford, che è stata dotata da Madre Natura di un fisico fuori dal comune e dalla sorte di una disponibilità economica superiore alla media, alle soglie dei cinquant'anni mostra un addome tutt'altro che tonico e compatto, cosa possiamo sperare noi comuni mortali, in eterna lotta contro inestetismi e smagliature specie dopo le gravidanze? Per quanto mi riguarda, se comincio a fare un po' di addominali per limitare i danni, male non fa... Ma niente Photoshop, grazie!».
Lo ribadisco, è un vero peccato che non sia vera, la storia di Cindy Crawford che acconsente alla pubblicazione di scatti in cui non appare nella sua forma migliore. Perché sarebbe stata un esempio formidabile per schiere di donne che non si accettano così come sono né si rassegnano ai segni del tempo sul proprio aspetto... quando riuscire a farlo sarebbe fondamentale per poter stare bene con sé stesse.
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