mercoledì 16 aprile 2014

Fratelli d'Itaglia

A soli tre giorni di distanza dal post che prendeva spunto dal photoshoppatissimo banner elettorale di Giorgia Meloni, oggi torno a parlare di un suo compagno – o dovrei forse dire camerata? ;-) – di partito: Gianni Alemanno. La questione, di lana caprina se vogliamo, è però di quelle che una correttrice di bozze mancata come me non può ignorare! ;-) Su Facebook ho appena adocchiato l'immagine qui sotto...


... corredata dal seguente commento: «Fate come Gianni Alemanno, venite in ABBruzzo: in omaggio per ognuno di voi una simpatica B da usare come preferite, perfetta per ogni occasione. Enjoy». 
Abbruzzo con due B?! Bbrrrrrrr, rabbrividiamo! Ma in fondo potrebbe anche darsi che l'orrendo refuso sia frutto di una goliardica photoshoppata, visto che di quel banner non ne ho trovato traccia altrove se non qua [facciamo finta di ritenere improbabile l'eventualità che sia stato fatto sparire volontariamente dalla pagina Facebook... ;-)]. Sul sito di Alemanno ho però trovato quest'altra immagine...


Ops... cosa leggo? Provincie, con la I?! Ma se lo sanno tutti che il plurale di provincia è province!
Andando però a fare un'indagine leggermente più approfondita, ho scoperto che in effetti la grafia più diffusa per il nome del summenzionato piazzale romano è proprio quella lì: su questo concordano le fonti più disparate, tra le quali Tuttocittà e Google Maps, e se non bastasse c'è pure una marmorea targa a porre un punto fermo sulla questione.


A fornire una spiegazione, oltre a ricordarci l'elastica regoletta sul plurale delle parole che terminano in -cia e -gia, è una correttrice di bozze... autentica, questa volta: «In questo caso, però, possiamo essere indulgenti: la dicitura provincie è in realtà antiquata, caduta in disuso proprio con il “rinnovamento” semplificativo di Migliorini. E in effetti, grazie a uno strumento straordinario quale Google libri, se digito “provincie” – a parte il suo benevolo suggerimento: cercavi forse “province”? – compaiono titoli di libri che risalgono a più di 100 anni fa: da un “Prospetto statistico delle provincie venete” del 1826 a “Canti popolari delle provincie meridionali” del 1871 e così via…».
Beh, è stato un duro colpo per un'aspirante Grammar Nazi come la sottoscritta! ;-)

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