martedì 25 febbraio 2014

What's up, WhatsApp?

Da poco più di due anni uso con soddisfazione WhatsApp; al termine del primo anno di utilizzo gratuito ho rinnovato la licenza per ulteriori dodici mesi al modico prezzo di 78 centesimi di euro che, pur non essendo una "messaggiatrice" particolarmente accanita, ho ammortizzato in men che non si dica: col mio piano tariffario i normali sms li pago 10,17 centesimi l'uno, un costo lievemente ritoccato al rialzo rispetto ai 10 centesimi iniziali... sì, perché il signor Tre proprio non poteva farsi carico dell'aumento dell'aliquota IVA, oltretutto per un servizio che gli costa poco o niente, figuriamoci! :-/ La licenza di WhatsApp mi scadeva domenica scorsa, e onestamente sono stata indecisa fino all'ultimo se rinnovarla o meno: in seguito all'acquisizione da parte di Facebook, molti utenti avevano manifestato l'intenzione di rimuovere l'app per evitare che, dopo i loro profili social, pure le rubriche dei loro telefonini finissero nelle grinfie di Zuckerberg & company... e, anche se per quanto mi riguarda – sarò incosciente, che tte devo da di'! ;-) – tale eventualità non mi impensierisce più di tanto, temevo di ritrovarmi improvvisamente a corto di contatti da "messaggiare". Nemmeno a farlo apposta, proprio sabato sera il servizio è rimasto indisponibile per qualche ora (problemi ai server, così è stato comunicato)... e pure chi WhatsApp sapeva a malapena cosa fosse, se in quei momenti fatidici si è affacciato su qualche social network, se ne sarà accorto, perché quella sera su Facebook e Twitter quasi non si parlava d'altro: certa gente era sull'orlo del panico, davvero! :-O
Per l'occasione ho pensato di provare a installare qualche app di messaggistica istantanea alternativa a WhatsApp. Viber la conoscevo già, ma ho apprezzato ancora di più Telegram: ha un'interfaccia mooooolto (pure troppo) simile a quella del popolare omologo, promette una maggiore sicurezza, e per di più è gratuita e open source. Mi auguro che nei prossimi dodici mesi prenderà piede a tal punto che tutti (o quasi) i miei contatti la useranno e quindi potrò finalmente dire addio a WhatsApp. Sì, perché alla fine ho ceduto e ho rinnovato il servizio per un anno al costo di 89 centesimi (avrei potuto farlo anche per tre anni a 2,40 €, oppure per cinque a 3,34 €): finché i servizi di messaggistica alternativi non raggiungeranno un bacino di utenza consistente – la famosa massa critica – è abbastanza utopistico pensare di rinunciare a WhatsApp, se la si usava già.
Insomma, cari i miei contatti, di qui a un anno vi voglio tutti quanti su Telegram! :-) Mi pare comunque corretto segnalare che due persone assai più competenti di me, Andrea Beggi e Luca Sartoni, hanno espresso le loro perplessità al riguardo. Mi permetto soltanto di osservare che probabilmente l'unico modo per tutelare davvero la propria privacy sarebbe sbarazzarsi del cellulare e cancellare tutti gli account che si sono aperti online, o ancora meglio ritirarsi a vivere sul cocuzzolo di una montagna... ;-)
In questo articolo sono elencate altre alternative gratuite a WhatsApp – oltre alla summenzionata app Viber, Kik, WeChat e Tango – alle quali aggiungo BBM (BlackBerry Messenger) che mi è stata consigliata da un "facciamico". Per non parlare dell'ormai imprescindibile Facebook Messenger... che però ovviamente richiede di essere iscritti a Facebook.

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