Questa sera condivido un paio di vignette su un tema a cui tengo parecchio: il lavoro da casa, o come viene spesso impropriamente chiamato, smart working.
La prima, di Work Chronicles, mostra come lavorare da casa possa non essere poi così diverso dal farlo in ufficio...
– Bob, come va il lavoro da casa?
– Va tutto bene. Partecipo alle riunioni. Guardo Netflix. Faccio pisolini.
– Quindi fai solo finta di essere impegnato?
– Sì, faccio solo finta di essere impegnato.
– Come lavorare in ufficio, quindi?
– Sì.
... mentre la seconda, di Irina Blok, illustra chiaramente le ragioni per cui è molto meglio lavorare da casa.
Lavorare
- in ufficio: stare nel traffico – pranzare – prendere il caffè – chiacchierare coi colleghi – lavorare [la fettina più piccola, NdC]
- a casa: lavorare [e basta! NdC]
Per dire... Nonostante questa settimana io abbia svolto quasi esclusivamente attività di cui avrei potuto occuparmi benissimo a casa, ma i cui risultati non sono facilmente quantificabili nel breve periodo, mi sono recata ogni giorno in ufficio per dare prova della mia dedizione. Oggi speravo almeno di potermi finalmente confrontare col mio responsabile rientrato ieri sera da una trasferta cominciata lunedì, ma è stato presissimo dalla mattina alla sera, quindi niente. Una settimana di chilometri, benzina e ore di sonno buttati!
Come bonus, prima di andare a nanna ti lascio un'immagine che ironizza su come i tipici inconvenienti delle videochiamate siano via via peggiorati da due anni a questa parte.
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