Per me l’uomo colto non è colui che sa quando è nato Napoleone, ma colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui gli serve, e in due minuti.Stamattina – e secondo me non è stato certo un caso – quella stessa citazione l'ha condivisa una mia "facciamica" sulla sua bacheca. E mi è venuto da riflettere... Io con i motori di ricerca me la cavo piuttosto bene, e quando ho bisogno di un'informazione, a meno che non sia qualcosa di estremamente specifico, in genere mi ci vogliono assai meno di due minuti per reperirla. Questo fa di me una persona colta? Non ne sarei così sicura... Quando internet non esisteva e i computer non erano ancora lo strumento imprescindibile che sono diventati, facevo molto più affidamento sulla mia memoria e sul ragionamento, e i miei neuroni erano ben più allenati. Oggi è sufficiente una ricerca su Google o due o tre tap sullo schermo dello smartphone per far fronte a un sacco di incombenze della vita quotidiana, risparmiando tempo, memoria e concentrazione. Questo significa che potrei impiegare le "risorse computazionali" della mia mente in compiti più interessanti e di livello più alto rispetto a quello che può fare un calcolatore elettronico... e siccome non ne sto approfittando quanto potrei e dovrei, anzi lascio semplicemente che il mio cervello si impigrisca, in questo momento mi sento tanto sciocca, altro che colta!
giovedì 16 gennaio 2020
Riflessioni estemporanee
Qualche mese fa la web-serie Ritals, di cui ho parlato qui, si è conclusa quando uno dei suoi due protagonisti, Svevo Moltrasio, è tornato in patria, nella sua adorata Roma, dopo anni trascorsi a Parigi. Svevo ha inaugurato una nuova web-serie, intitolata – ça va sans dire ;-) – Il rimpatriato... e ieri tra i suggerimenti di YouTube mi è comparso questo suo video dedicato alle bellezze della Città Eterna, ma con un tocco del consueto spirito dissacrante. Il video si conclude con una citazione del mai abbastanza compianto Umberto Eco.
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Qualche giorno fa sentivo alla radio un intervento di un professore (non ricordo più il nome) il quale diceva che il fatto di essere oggi così massicciamente assistiti a livello tecnologico ha provocato, e sta provocando, una regressione delle nostre capacità intellettive. Un esempio. Una volta i nostri antenati cacciatori-raccoglitori dovevano continuamente ingegnarsi per garantirsi la sopravvivenza (cercare zone popolate di selvaggina, di frutti, ingegnarsi per raccogliere quei frutti, per mettere a punto adeguate strategie di caccia ecc.); insomma, si era costretti a usare il cervello. Oggi basta aprire un frigorifero e tutta quel lavoro di cervello non serve più, con tutte le conseguenze che ne derivano.
RispondiEliminaOddio, forse non c'entra molto con la tua riflessione specifica, ma ragionando per macrocategorie, forse qualcosa sì.
Mi sembra una considerazione piuttosto attinente, altroché...
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