A proposito di positività, condivido un post pubblicato un paio d'anni fa da don Federico Pichetto, che si autodefinisce "appassionato di umanità" ed è piuttosto attivo sui social.
Succede in #treno che arrivi nel tuo posto di seconda classe prenotato e lo trovi occupato da un bambino di colore che dorme tenendo in braccio il proprio fratellino anch’esso dormiente. Succede che non solo il vagone è pieno e non c’è un posto manco a ripagarlo, ma che nel sedile accanto c’è la loro mamma con un terzo bimbo sempre dormienti. Come si fa a svegliarli? Come si fa a dire loro che il posto è mio? Allora succede che vai dal controllore, gli fai cenno di parlare piano e lo avvicini alla scena mentre gli indichi sul biglietto la tua prenotazione. Nel frattempo tutti hanno cominciato a guardare e improvvisamente abbassano la voce, ti guardano, capendo che è giusto così, che non possiamo svegliarli. È allora che bisbigli al controllore che “abbiamo un problema, ma è un problema bello”. Lui si guarda attorno, tutti sorridono divertiti e scatta l’intesa collettiva. Il controllore si commuove, mi prende sotto braccio e mi porta in prima classe. Mi fa sedere, mi ringrazia e, alle mie rimostranze sul fatto che avevo pagato per la seconda classe, ribatte in modo sorprendente: “Guardi che, grazie a come si è mosso poco fa, lei ha permesso che la nostra umanità si guadagnasse un posto in prima classe”. Ecco... l’Italia è questa, la parte migliore di noi.In effetti nel racconto c'è qualcosa che non mi torna – cosa ci è andato a fare il prete dal controllore, cosa si aspettava che gli dicesse? – ma l'aneddoto in sé è altamente edificante: una sorta di parabola dei giorni nostri.
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