Il Giorno della Memoria si celebra domani, 27 gennaio, ma siccome sono abbastanza pessimista sull'esito delle elezioni regionali in Emilia-Romagna e in Calabria [ebbene sì, si vota anche sulla punta dello Stivale, sebbene il leader leghista – parlo di lui perché nella sua candidata, con buona pace di Siniša Mihajlović le cui preferenze politiche (definirle "idee" mi sembra fin troppo generoso) non erano certo un segreto, ci vedo il carisma di un ectoplasma – in campagna elettorale abbia puntato quasi tutte le sue carte sulla ricca regione del Nord, che spera di sottrarre a decenni di efficiente amministrazione "rossa", inclusi gli ultimi cinque anni con il presidente uscente Bonaccini] e non so se domani me la sentirò di affrontare l'argomento, me ne occupo oggi.
Ai tempi del fascismo molti "cittadini modello", venendo a conoscenza della presenza di ebrei nascosti nei paraggi, non si facevano scrupoli a fare la spia. Condannando con ogni probabilità gli sventurati a un atroce destino di deportazione e, in molti casi, di morte imminente. Lo testimonia l'immagine qua sotto, tratta da televignole.it.
Un'immagine che non posso fare a meno di mettere in relazione sia con l'incresciosa sceneggiata del citofono di cui tutti parlano da giorni [se sei appena rientrato da Marte, te la riassumo: durante un tour elettorale nel popolare quartiere bolognese del Pilastro, Matteo Salvini, avvisato da una signora che "in quel palazzo c'è un tunisino che spaccia", è andato a citofonare come un Gabibbo qualunque all'appartamento in questione, chiedendo conferma della veridicità di questa diceria e aspettandosi addirittura che lo facessero salire. Sembra la scena di un film, ma è successo davvero] sia con la scritta dall'inconfondibile sentore nazista "Juden hier" (qui ci sono ebrei) lasciata sulla porta della casa dove abita Aldo Rolfi, figlio di Lidia Beccaria Rolfi, partigiana deportata a Ravensbruck nel 1944.
A proposito di questi rigurgiti antisemiti, mi domando, ammettendo la mia ignoranza al riguardo, e premettendo che quello che sto per scrivere va preso con le molle: se il razzismo nei confronti dei migranti africani, dipinti da una certa parte politica come la causa di tutti i mali del Paese e per i quali basta uno sguardo per notare la differenza da noi italiani di pelle chiara, può essere in qualche modo comprensibile – con questo non intendo affatto dire che lo giustifico né tantomeno che lo condivido, per l'amor del cielo! – si può sapere cos'hanno fatto di male gli ebrei per meritarsi, a un secolo di distanza dalle persecuzioni naziste, la recrudescenza di certe manifestazioni d'odio? Poi rifletto sul fatto che qualcuno prova a far credere che una fantomatica "lobby ebraica", con tutti i soldi e il potere che detiene, abbia in mano le sorti del mondo, e che qualcun altro ci casca con tutte le scarpe... e un'amara consapevolezza si fa strada nella mia mente.
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