venerdì 11 maggio 2018

Anche questo è inquinamento

Tre giorni fa ho ricevuto da un mio contatto su Facebook Messenger il link al video qui sotto, tratto dalla pagina della "reportera" messicana Pamela Quibec, con la richiesta «Mi aiuti a condividerlo?». Poiché dopo averlo guardato l'ho trovato, appunto, particolarmente condivisibile, l'ho pubblicato sulla mia bacheca corredandolo con la traduzione del testo dallo spagnolo in italiano.

I palloncini che lasci andare non vanno in cielo. Rimangono nel mare, nelle foreste, sulle spiagge, sulle montagne, e diventano cibo per animali marini e selvatici. [...] Un palloncino in lattice può impiegare oltre 6 mesi a biodegradarsi, mentre il tempo di degradazione dei palloncini metallici è ancora sconosciuto. Al giorno d'oggi Paesi come l'Australia e il Regno Unito hanno vietato il rilascio in massa di palloncini... e il resto del mondo, quando lo farà?
[In seguito ho scoperto che il medesimo link è arrivato ad altri miei contatti con le stesse identiche modalità, il che mi ha suscitato il sospetto che dietro una così capillare diffusione del messaggio su Messenger possa esserci un virus... ma tranquillo, il video in sé non ha nulla di malevolo, anzi ha il merito di sensibilizzare riguardo a un argomento tristemente attuale]
Mi è venuto naturale mettere in relazione il video di cui sopra con quest'altro, creato dall'International Dark-Sky Association per denunciare un'altra forma di inquinamento che troppo spesso si tende a sottovalutare: l'inquinamento luminoso.


Ecco la traduzione della relativa trascrizione, corredata da alcuni screenshot particolarmente significativi (il video, comunque, vale la pena di guardarlo per intero).
Viviamo sulla superficie di un pianeta che fa un giro completo sul suo asse una volta ogni 24 ore. I suoi ritmi giorno-notte sono connaturati nella costituzione biologica di tutte le forme di vita. Durante il giorno siamo inondati dal bagliore del Sole. Quando arriva la notte, l'oscurità prende il sopravvento. È tempo di riposare, rigenerarsi, meravigliarsi della bellezza della notte.
Fino a poco più di un secolo fa i nostri cieli notturni erano molto bui. Adesso anche le lande selvagge sono invase dalla luce. Le nostre città risplendono di notte. Gli edifici sono illuminati. Le luci non schermate ci accecano quando percorriamo le strade. Tutte queste luci artificiali sovrastano l'oscurità. Lo spreco di energia è ovvio, anche dallo spazio.
Gran parte di quel bagliore giallo che vedono gli astronauti proviene dall'illuminazione stradale. Essa produce la maggior parte dell'inquinamento luminoso del pianeta. Il bagliore è disperso dall'atmosfera, facendo risplendere il cielo sopra il paesaggio. Stiamo perdendo l'oscurità della notte alla velocità della luce.
L'inquinamento luminoso minaccia la salute di ogni essere vivente sulla Terra. Le luci di notte fermano la crescita delle piante. Le luci non schermate contribuiscono alla morte di innumerevoli animali terrestri e marini ogni anno. Gli uccelli migratori si schiantano contro gli edifici illuminati. Le tartarughe marine appena uscite dal guscio confondono il bagliore delle luci elettriche con il luccichio della superficie dell'oceano.
Le luci intense di notte colpiscono direttamente anche gli esseri umani. Guidatori e pedoni temporaneamente accecati da luci mal progettate hanno subìto tragici incidenti. L'inquinamento luminoso rappresenta una silenziosa minaccia per la nostra salute. L'esposizione alla luce di notte sconvolge i ritmi circadiani che regolano i nostri cicli del sonno. Le persone che lavorano di notte sotto una luce intensa o che vivono in città soggette ad inquinamento luminoso corrono un rischio più elevato di sviluppare malattie come il cancro al seno o alla prostata.
Ecco un cielo notturno con inquinamento luminoso tipico.
In una bella nottata soltanto le stelle e i pianeti più luminosi trafiggono il bagliore.
Ecco come potrebbe apparire il cielo notturno se potessimo eliminare l'inquinamento luminoso.
Quella tenue striscia di luce che si estende attraverso il cielo è la Via Lattea, la nostra galassia. A causa dell'inquinamento luminoso molte persone non l'hanno mai vista.
Gli astronomi conoscono fin troppo bene i problemi causati dall'illuminazione notturna. Hanno bisogno di cieli limpidi e bui per studiare i molti oggetti affascinanti dell'universo. L'inquinamento luminoso semplicemente sbiadisce la loro visione del cosmo.
Illuminare il cielo notturno è uno spreco di soldi e di combustibili fossili. Tenere accesa una lampadina da 100 watt ogni notte per un anno richiede l'equivalente dell'energia prodotta dalla combustione di mezza tonnellata di carbone. Moltiplicato per i miliardi di luci che brillano dalla Terra, il costo dell'energia che usiamo per illuminare la notte è enorme.
Per quanto l'illuminazione sia necessaria, ci sono alcune semplici cose che possiamo fare per assicurarci che sia amica dell'ambiente, efficiente dal punto di vista energetico e che aiuti a preservare l'oscurità del cielo. Possiamo sostituire gli apparecchi di illuminazione che irradiano la luce verso il cielo con quelli che dirigono la luce verso il basso, esattamente dove vogliamo. Si chiamano "apparecchi di illuminazione completamente schermati". Possiamo anche illuminare soltanto i posti che ne hanno bisogno. E, naturalmente, possiamo spegnere le luci non necessarie.
Questi sono modi intelligenti per usare l'illuminazione. Offrono soluzioni semplici ai problemi causati dall'inquinamento luminoso.
Abbiamo una scelta, tra sprecare risorse irradiando la luce verso il cielo, oppure imparare ad usare la luce in modo più responsabile. L'inquinamento luminoso è un problema che ognuno di noi può aiutare a risolvere. Insieme possiamo riportare l'oscurità della notte sul Pianeta Terra.
E dopo tutto ciò che è stato detto prima, quest'ultima frase ti suonerà tutt'altro che inquietante... :-)

1 commento:

  1. Apprezzo il tuo/vostro lavoro. Ho scritto un articolo dedicato ai palloncini sul Magazine "Zoomin'" , rubrica "AMBIENTE" Ti/vi invito a leggerlo e ad inviarci vostri scritti, immagini idee.
    Grazie del vostro lavoro, a presto,
    Alois.

    www.zoom--in.it

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