mercoledì 23 maggio 2018

Al "mal'occhio" ci credo eccome

«Avrò una promozione!»
«Mi sto per sposare!»
«Sto per fare la seconda ecografia!»
«Prenderò un'altra tequila...»
Guardo questa vignetta di Marie Crayon, e penso a tutte le volte che in vita mia mi sono trovata in una situazione spiacevolmente analoga a quella della ragazza più a destra (con la differenza che la tequila non credo di averla mai bevuta, né ho mai alzato troppo il gomito). Ancor oggi mi capita di trovarmi coinvolta in discussioni, o più spesso chat WhatsApp, i cui partecipanti sembrano quasi fare a gara a chi ha raggiunto i traguardi personali e/o professionali più importanti. Io in genere non ho nulla di cui vantarmi in modo particolare, ma anche adesso che finalmente qualcosa da festeggiare ce l'ho pure io, posso arrivare tutt'al più a lasciar trapelare la notizia in maniera vaga e dimessa, tale da non attirare più di tanto l'attenzione. Una persona a me cara mi consiglia di tenere per me le cose belle che mi succedono, «per scaramanzia, ma non perché io creda al malocchio, eh!». Beh, io non penso affatto che rallegrarmi pubblicamente dei doni che la vita mi offre possa avere il potere di farli svanire per effetto di una sorta di perfido incantesimo, né tantomeno credo al malocchio... ma che alcune persone possano vedermi "di mal'occhio", ovviamente senza alcuna conseguenza concreta, a quello ci credo eccome. Sono convinta che soltanto chi mi vuole bene sul serio sia pronto a gioire sinceramente per le mie conquiste; tutti gli altri nel migliore dei casi rimarranno pressoché indifferenti, se non si intristiscono perché in quello specifico ambito dell'esistenza stanno attraversando un momento difficile, o addirittura proveranno nei miei confronti invidia e malevolenza. So che c'è gente che in un certo senso gode nel sentirsi invidiata, ma non è assolutamente questo il mio caso: la sola idea di poter suscitare sentimenti così negativi mi provoca una profonda inquietudine.

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