Quel drammatico 6 agosto 1945 è stato commemorato sul sito The Wider Image con l'uscita di ieri, intitolata After the atomic blast (Dopo l'esplosione atomica) e corredata da immagini d'epoca oltre che da scatti recenti del fotografo Issei Kato. Ho tradotto il testo, inserendovi alcune delle foto più significative oltre a dei link a Wikipedia per approfondire. Comunque consiglio di leggere l'articolo direttamente alla fonte, per poter fruire della funzione before & after: spostando il cursore del mouse su alcune foto, si possono vedere degli scorci di Hiroshima con l'aspetto che avevano all'indomani del bombardamento, a confronto con come appaiono oggi.
L'Atomic Bomb Dome conserva una delle poche strutture rimaste in piedi a Hiroshima dopo il primo attacco nucleare al mondo 70 anni fa. Adesso è un patrimonio dell'umanità.
L'ombra della bomba si profila ancora grande nella moderna Hiroshima, una fiorente, vivace città attraversata da sei fiumi.
Il Parco della Pace che circonda il Genbaku Dome si estende su gran parte del centro cittadino e comprende un cenotafio con la scritta: «Che tutte le anime qui riposino in pace, affinché noi non ripetiamo il male» [è la frase che ho scelto come titolo del post, in inglese ché magari in giapponese l'avrebbero capita in pochi ;-), NdC].Infine, un'immagine da incubo: una nube atomica che fluttua sopra Hiroshima.
Il Giappone ha una politica di lunga data di non possedere o produrre armi nucleari e non lasciare che altri le portino nel Paese.
Il bombardiere statunitense B-29 Superfortress Enola Gay, che trasportava 12 membri dell'equipaggio, lasciò cadere la bomba atomica, soprannominata Little Boy, su Hiroshima il 6 agosto 1945.
Tre giorni più tardi, gli Stati Uniti rilasciarono una bomba atomica soprannominata Fat Man su Nagasaki.
Il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, ordinato dal presidente degli Stati Uniti Harry Truman, resta il solo uso di armi nucleari in guerra.
Il 15 agosto 1945, dopo l'attacco su Nagasaki, il Giappone si arrese, portando la Seconda Guerra Mondiale alla fine.
Con i loro ranghi in diminuzione, alcuni sopravvissuti – chiamati hibakusha in Giappone – sono determinati a trasmettere le loro esperienze alle giovani generazioni.
Ora ci sono circa 180.000 sopravvissuti dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki. Quest'anno la loro età media ha superato per la prima volta gli 80 anni.
La colonna sonora del post di oggi non poteva che essere Enola Gay, brano registrato nel 1980 dagli Orchestral Manoeuvres in the Dark. L'aereo che sganciò la bomba su Hiroshima deve il suo soprannome, Enola Gay appunto, alla madre del pilota Paul Tibbets. Fosse stato mio figlio, non credo proprio che mi sarei sentita gratificata da un simile omaggio...
Nessun commento:
Posta un commento