«Cambiano cielo, non l'animo, coloro che corrono al di là del mare. È Omero», declama con voce perfettamente impostata il protagonista dello spot per presentare il primo volume, in vendita a soli 3,99 €. Del resto dovrebbe essere evidente a chiunque che il verso sia tratto dall'Odissea, no? Chi se non Ulisse ha viaggiato tanto per mare?
E invece no, non c'entra affatto Omero, né qualche altro scrittore greco: l'autore è il poeta romano Orazio, che nelle Epistole a Bullazio (libro I, lettera 11) scriveva «Caelum, non animum, mutant qui trans mare currunt». Anche Seneca, altro prolifico autore delle versioni latine che a suo tempo mi fecero penare non poco, avrebbe scritto qualcosa di analogo nelle Epistole a Lucilio: «Animum debes mutare non caelum».
A differenza di Galatea, depositaria di una cultura classica pazzesca che riversa con impareggiabile talento divulgativo nel suo blog e altrove – dopo Didone, per esempio, mi risulta che sia già al lavoro sul suo secondo libro – oltre a trasmetterla ai suoi fortunatissimi allievi, io ho senza dubbio una forma mentis di tipo tecnico-scientifico... ciononostante riconosco l'importanza delle materie umanistiche, e non ritengo affatto secondario che una citazione venga attribuita nel modo corretto. E invece qui si è sbagliato sia l'autore, sia la lingua, sia l'epoca... tutto! Uno scivolone non da poco, per promuovere una collana che si vanta di tramandare il meglio del patrimonio culturale dei nostri avi.
Un suggerimento all'editore per recuperare da quello che non esito a definire #epicfail: realizzate subito un nuovo spot incentrato sullo slogan «Volevamo vedere se stavate attenti». Forse così gli appassionati latinisti e grecisti, che sono i lettori potenzialmente più interessati alla collana, chiuderanno un occhio... ;-)
[Ops, quello ritratto nel disegno che apre il post è un Orazio diverso da quello a cui mi riferivo... ;-)]
avevo notato anch'io lo svarione
RispondiEliminaAvevo notato e un brivido freddo mi ha percorso la schiena.
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