L'altro giorno, nel gruppo Facebook dove si riuniscono i miei compagni di scorribande fotografiche, è sorta una vivace discussione riguardo alla pagina
Expo 2015 Abruzzo. L'attesissima
esposizione universale, essendo un evento di portata internazionale, potrebbe costituire un'occasione unica per promuovere e valorizzare agli occhi del mondo anche il territorio abruzzese... ma, dopo aver guardato le
foto a corredo della pagina in questione, il mio primo pensiero è stato "un'occasione persa": noiosi scatti istituzionali, istantanee di piatti tipici che io col mio vecchio cellulare le farei meglio, vedute tali da non rendere affatto giustizia alla bellezza del paesaggio locale... e dire che di fotografi professionisti in grado di rappresentare degnamente il nostro territorio ce ne sarebbero eccome: uno dei più interessanti è
Vincenzo Mazza –
qui il suo sito e
qui la sua pagina Facebook – sul cui lavoro puoi farti un'idea leggendo l'
intervista che ha rilasciato a
Paesaggi d'Abruzzo. E soprattutto guardando lo splendido
video qua sotto, il cui titolo tradotto è
Terre di nuvole e vento – Un viaggio fotografico attraverso il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga; esso raccoglie una piccola parte delle foto che Vincenzo ha scattato nel
Parco negli ultimi 6 anni.
È opera sua anche lo scorcio di una faggeta che apre il post, e che ha vinto il
secondo premio dell’
International Garden Photographer of The Year nella categoria "Trees, Woods & Forests".
P.S.: A me che sono appassionata di
fotografia paesaggistica ha dato da pensare il seguente passaggio dell'intervista summenzionata: «
La fotografia di paesaggio, e quella di natura in genere, è una fotografia faticosa. Bisogna muoversi ad orari scomodi, trasportare molto peso, fare molta strada in auto e, a volte, anche a piedi. Le situazioni più interessanti poi accadono durante le condizioni che la maggior parte delle persone definirebbero di "mal tempo". Come diceva il famoso fotografo di paesaggio inglese David Noton: all'inizio si esce con la fotocamera quando il tempo è "bello", poi ci si rende conto, invece, che è meglio muoversi quando il tempo è "brutto"». Comunque ho concluso che, quando si ha a prospettiva di trovarsi di fronte a certe meraviglie, vale proprio la pena di mettere da parte la mia famigerata
pigrizia... ;-)
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