Sul
sequestro di
Greta Ramelli e
Vanessa Marzullo, le due giovani cooperanti italiane in Siria, e sulla loro recente
liberazione, sono stati versati fiumi d'inchiostro, o se ci si riferisce a internet sono stati scomodati fantastiliardi di bit... ma personalmente ridurrò il mio contributo al minimo, limitandomi a domandarmi come mai sia possibile non reagire con gioia e sollievo per la felice conclusione della vicenda – eppure, come
ha osservato Massimo Gramellini, nei commenti riguardanti questo e altri casi non meno delicati «
sul web si concentra un tasso insostenibile di volgarità e di grettezza» – e a condividere una piccolissima selezione degli spunti che mi sono capitati sotto gli occhi, e che esprimono meglio il mio pensiero al riguardo.
La
vignetta di
Mauro Biani, che rispecchia un atteggiamento tanto comune quanto contraddittorio...
... l'
articolo di
Medium, che condivido parola per parola, e lo
status di
Simone Sbaraglia, brillante matematico e fotografo (in quest'ultima veste ho avuto il piacere di conoscerlo in occasione del
workshop che ho frequentato la scorsa primavera).
Capisco che la sottile differenza sfugga ai più ma segnalo sommessamente che andare in un paese in guerra per portare aiuto a chi soffre ed essere sotto processo con l'accusa di aver fatto tiro a segno su inermi pescatori NON è esattamente la stessa cosa.
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