- L'ospite più atteso di questa edizione, al quale è stato assegnato il premio speciale istituito in onore di Ennio Flaiano nel centenario della nascita «per il valore letterario e l'impegno etico della sua opera», è stato un personaggio che non ha bisogno di presentazioni: Roberto Saviano. Mi ha colpita moltissimo vederlo arrivare, poco prima del suo previsto ingresso sul palco, scortato da un drappello di bodyguard che non l'hanno perso di vista un solo istante. Non mi ha fatto meno effetto vedere parecchi spettatori andarsene alla chetichella subito dopo il suo intervento, temendo presumibilmente un attentato. Ma, per quanto mi riguarda, valeva sicuramente la pena di ascoltare la testimonianza diretta del giovane e coraggiosissimo autore di Gomorra. L'altro premio speciale è andato a Tonino Guerra, «poeta e scrittore di cinema», arzillo novantenne che avrebbe potuto parlare per ore, se solo la brava conduttrice Antonella Salvucci (chissà che fine aveva fatto il presentatore annunciato Andrea Vianello) gli avesse dato più corda.
- Il premio per la narrativa è andato alla giovane Silvia Avallone, classificatasi seconda per un pelo al Premio Strega 2010 con Acciaio. I premi per l'italianistica sono andati a Yasuko Matsumoto (Giappone), Pal Jozsef (Ungheria) e Stanislao G. Pugliese (Stati Uniti).
- Per il cinema... beh, sono andata in brodo di giuggiole quando è stata annunciata la presenza del mio attore preferito: Alessio Boni, premiato per la sua interpretazione nel film Complici del silenzio, per il quale il regista Stefano Incerti ha ricevuto il Premio Concorso Italiano "Chi li ha visti". Migliore interpretazione femminile, quella di Isabella Ragonese in Dieci inverni (tra poco su Canale 5 andrà in onda il suo primo film, Tutta la vita davanti di Paolo Virzì, da non perdere! :-)). Premiato anche Giorgio Diritti per la regia de L'uomo che verrà, del quale ho sentito dire un gran bene... e quindi conto di vederlo quanto prima. Devo ammettere che il premio alla carriera assegnato ai fratelli Vanzina mi ha lasciata un po' perplessa... ma, ascoltando il discorso di Carlo, ho capito che forse dovrei essere un po' meno prevenuta. Infine hanno ottenuto il riconoscimento pure Massimo Quaglia, Mario Zanot, Enrico Lucidi e Maurizio Sabatini per montaggio, effetti speciali, fotografia e scenografia del film Baarìa di Giuseppe Tornatore.
- Per la radio hanno ricevuto il Pegaso d'Oro Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, i quali per l'occasione hanno riproposto lo stesso genere di battibecchi e graffianti battute con cui animano Un giorno da pecora.
- Per la televisione sono stati premiati Vittoria Puccini e Marco Turco, rispettivamente protagonista femminile e regista di C'era una volta la città dei matti, la fiction Rai che ha raccontato la vicenda dello psichiatra Franco Basaglia. Miglior attore televisivo Emilio Solfrizzi, per Tutti pazzi per amore. Un altro premio riservato al piccolo schermo è andato a Mario Tozzi e al Trio Medusa, del quale erano presenti solo 2/3 perché 1/3 era impegnato con il compleanno del figlioletto. :-) Sentendoli parlare del loro «programma di divulgazione scientifica e sperimentazione acrobatica», La Gaia Scienza su LA7, ho rimpianto di non averlo seguito finora come merita, e mi riprometto di rimediare nel prossimo futuro. Scherzando ma non troppo, Mario Tozzi ha sottolineato che in Italia è pressoché inconcepibile ignorare l'incipit dei Promessi Sposi... mentre, se la gente pensa che Crick e Watson non siano gli scopritori della struttura del DNA, bensì rispettivamente l'attrezzo per sollevare gli autoveicoli e l'aiutante di Sherlock Holmes, ben pochi si scandalizzano. :-S
- Per il teatro sono stati premiati Furio Bordon per la produzione drammaturgica, Leo Gullotta per la sua interpretazione de Il piacere dell'onestà, Paola Pitagora per Honor, honour e Semi d'acciaio e Giuseppe Pambieri per la carriera. Di quest'ultimo non ho potuto fare a meno di notare un lapsus notevole: «l'eclettismo che perseguito» (intendeva forse dire "perseguo", maestro? ;-)).
P.S.: C'è una cosa che mi ha lasciata abbastanza sconcertata: né Emilio Solfrizzi né Alessio Boni (pure lui nel cast di Tutti pazzi per amore, come ho scritto qui) hanno speso una parola per commemorare il collega Pietro Taricone, tragicamente scomparso neppure una settimana fa. Ma voglio sperare che abbiano avuto delle valide ragioni per non farlo...
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