Nella sezione Altri Edamame della sua newsletter Edamame, il 5 giugno scorso, Mattia Marangon accennava che...
L'hemline index [da hemline, "orlo della gonna", NdC] è una teoria (o meglio, un’ipotesi) che suggerisce che la lunghezza delle gonne possa predire l'andamento dell'economia.
Ce ne parla un carosello su TikTok, del perché in tempi di crisi le gonne siano tendenzialmente più lunghe e durante la crescita economica siano più corte.
Ecco la trascrizione del testo, corredata da alcuni screenshot.
Perché la Gen Z tende a prediligere uno stile più "puritano"?
La teoria dell'Hemline Index è un concetto che si lega alla moda e all'economia. L'idea alla base di questa teoria è che i cambiamenti nei modelli di moda, in particolare nella lunghezza delle gonne, riflettano l'andamento dei cicli economici.
Quando l'economia entra in recessione, le gonne tendono a diventare più lunghe. Quando l'economia è in espansione, prosperità e crescita, la lunghezza delle gonne tende ad accorciarsi. Nell'ottimismo e nella fiducia nel futuro, si rende ad essere più audaci e libere, e questo si riflette anche sulla moda. Al contrario, quando l'economia va male, le persone tendono ad adottare uno stile più conservativo e meno rischioso, il che si traduce in gonne più lunghe, come simbolo di una sorta di "ritorno alla prudenza" o di un atteggiamento di contenimento.
Anni '20: il periodo del "flapper style" con gonne corte coincideva con una fase di prosperità economica nel decennio che precedeva la Grande Depressione.
Anni '30: durante la Grande Depressione, la moda ha visto il ritorno di gonne più lunghe e uno stile più casto come riflesso del periodo di difficoltà economiche.
Anni '60: durante il boom economico post-bellico, la minigonna diventò un simbolo di emancipazione femminile e modernità.
Ovviamente questa è solo una teoria perché le mode non sono solo influenzate dall'economia, ma anche da fattori culturali, sociali, politici e tecnologici, quindi non si può considerare una legge universale, ma è interessante vedere come l'economia e la moda possano tradursi come un riflesso di ottimismo o pessimismo nei confronti del futuro.
Tutto molto interessante... peccato che la premessa mi sembri decisamente sbagliata: io questo stile puritano nelle giovanissime non lo noto affatto, anzi. Ne parlavo proprio l'altro giorno con una collega al centro commerciale in pausa pranzo: davanti a noi c'era un gruppetto di ragazzine con short e minigonne vertiginose, e lei ha detto «Meno male che ho due figli maschi, perché se avessi una femmina non sopporterei di vederla andare in giro così». Io ho glissato, non soltanto perché non mi andava di atteggiarmi a bacchettona, ma anche perché ho ripensato all'abitino che comprai per la festa del mio diciottesimo compleanno, e che scatenò un'accesa discussione coi miei genitori che lo consideravano troppo audace. Alla fine raggiungemmo un compromesso: mia madre, che era bravissima con ago e filo, cucì una fodera sotto la gonna per mascherare possibili trasparenze.
Ebbene, quell'abitino, per il valore emotivo che si porta dietro, è sopravvissuto al decluttering che ho effettuato in fase di trasloco, anche se non lo indosso da decenni e sicuramente non lo metterò mai più, perché oramai c'ho un'età! ;-) (Peccato, perché me lo sono provato e, a differenza di altri dei quali mi sono sbarazzata, mi va ancora bene)
Insomma, se la teoria dell'hemline index fosse davvero fondata, se ne dedurrebbe che stiamo attraversando un periodo di grande prosperità e fiducia nel futuro, e non mi pare proprio...
Bo, anche a me questa teoria non convince... magari ci sarà pure una correlazione ma la spiegazione ottimismo/pessimismo mi pare semplicistica...
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