sabato 30 novembre 2024

Da una legge fisica a una legge... esistenziale! ;-)

Sono iscritta a Consumismi, newsletter de Il Post dal nome quanto mai azzeccato: quasi ogni uscita mi fa venir voglia di comprare qualcosa, e da domani sarà anche peggio, visto che dal 1° al 24 dicembre la newsletter uscirà quotidianamente con un'idea (auto)regalo al giorno! ;-)

Vabbè, nel penultimo numero, uscito il 6 novembre scorso, si parlava tra le altre cose di...

Com'è che un oggetto che dimostra la legge di conservazione della quantità di moto di Newton è diventato un comune soprammobile da ufficio.

Il breve trafiletto linkava a un articolo de Il Post riguardante il cosiddetto pendolo di Newton (in inglese Newton's cradle, ovvero "culla di Newton"). Da appassionata di scienza ho deciso che per me, che non ne avevo mai posseduto uno e forse non ne avevo neppure visti dal vero, era giunto il momento di colmare questa lacuna: ho cercato su Amazon, ho ordinato uno dei modelli più economici ma con delle buone recensioni, e me lo sono fatto recapitare come di consueto in ufficio, visto che di norma in settimana durante il giorno a casa non c'è nessuno che possa rispondere al corriere. Aperto il pacco, mi sono trovata fra le mani una scatoletta più piccina di quanto mi aspettassi – eppure l'inserzione indicava le dimensioni – ed è bastato il tempo di montare la semplice struttura e girare il breve video qui sotto (sicuramente meno entusiasmante di quello incluso nell'articolo succitato)...

... per decidere che non avrei lasciato il "pendolino" sulla scrivania dell'ufficio: così piccolo e delicato, preferivo tenerlo a casa. L'ho smontato e riposto nella confezione con cura, almeno così credevo, e la sera stessa l'ho tirato fuori per rimontarlo e farlo vedere al mio compagno... ma è a quel punto che mi sono resa conto di non averlo inscatolato in maniera abbastanza attenta: i fili erano tutti intrecciati, e ogni tentativo mio e del mio compagno di districare il groviglio non ha fatto che peggiorare la situazione. Ecco in che condizioni si trovava l'aggeggino quando ci siamo rassegnati a lasciar perdere.

Se avessimo voluto ridurlo così di proposito, forse non ci saremmo riusciti. Mi sembra una notevole dimostrazione non tanto della legge di conservazione della quantità di moto, quanto piuttosto della legge di Murphy: «Se qualcosa può andare storto, lo farà». ;-)

Ci sono rimasta così male che per consolarmi ne ho dovuto comprare un altro, sempre su Amazon: costa poco più della metà del primo, e aveva delle recensioni meno favorevoli, ma funziona quasi altrettanto bene (o, per meglio dire, decentemente).

venerdì 29 novembre 2024

Chiamo i carabinieri? Macché, scrivo un post su Facebook!

Anche se ho ben poco a che fare con gli abitanti della cittadina brianzola in cui vivo da ormai otto anni – del resto il mio compagno, che ci abita da un bel po' più di tempo, non è molto più socievole di me – sono iscritta al canale WhatsApp del Comune e a un paio di gruppi Facebook per essere informata di eventuali situazioni di interesse pubblico.

Ieri mattina un'utente ha pubblicato in uno di questi gruppi il post seguente:

attenzione c’è in giro questo prete soprannominato Don Nicola [i parroci "titolari" si chiamano don Mauro e don Stefano, NdC] che finge di entrare in casa per la benedizione di natale e invece ruba la busta con i soldi da dare al Don per la benedizione.
successo ieri sera

Nel pomeriggio il sindaco in persona, o chi per lui, ha pubblicato nel canale WhatsApp del Comune il comunicato seguente, dal quale ho tagliato via alcune informazioni ed evidenziato in grassetto quelle che ritenevo più rilevanti, e che credo si commentino da sole.

Sono pervenute in via informale all’attenzione dei membri dell’Amministrazione Comunale diverse segnalazioni riguardo sedicenti sacerdoti che visitano le case dei Correzzanesi, spacciandosi per i veri sacerdoti della Comunità Pastorale, effettivamente impegnati in questo periodo per le benedizioni natalizie.
Contattata la Stazione dei Carabinieri di Besana in Brianza per avere ragguagli su tali episodi, è stato desolante constatare che non era (ancora) pervenuta alcuna denuncia, né alcuna segnalazione riguardo tale fenomeno.
L’Amministrazione Comunale ricorda che le segnalazioni a mezzo social network su chat di gruppi privati, gruppi o pagine Facebook, nonché l’inoltro di messaggi whatsapp ricevuti da terzi, sono utili solo se coloro che sono stati vittime di truffa o di raggiro – tentati o andati effettivamente a segno – sporgono denuncia, o quanto meno effettuino una segnalazione ufficiale alle Forze dell’Ordine.
In particolare, i Carabinieri sono sempre raggiungibili al numero unico 112 oppure direttamente alla Stazione di Besana in Brianza [...] competente per il nostro territorio. Segnalazioni tempestive (anche solo per situazioni sospette) da parte dei cittadini e la sinergia tra le Forze dell’Ordine, la Polizia Locale e gli strumenti tecnologici in dotazione sono fondamentali ed essenziali per poter limitare il più possibile tali spiacevoli episodi, cercando di individuarne i responsabili. [...]
Si invitano i cittadini a diffidare da sedicenti sacerdoti che si presentano al di fuori delle date indicate, soprattutto se avanzano richieste relative a donazioni o offerte in denaro. Per qualsiasi caso sospetto, si invita a contattare direttamente i Carabinieri (numero unico 112 o Stazione di Besana in Brianza [...]).

giovedì 28 novembre 2024

Perché si dice...?

È passato un po' di tempo, ormai fa freddo e le magliette estive sono chiuse nel cassetto da settimane... ma mi sono resa conto che, dopo i primi due, non avevo ancora pubblicato il terzo e ultimo episodio della serie "le mie magliette dell'estate 2024". Questa in realtà è una polo che ho acquistato in società con alcuni colleghi approfittando dell'offerta "prendi 3 paghi 2" sul sito di Flying Legends, brand di abbigliamento dedicato agli appassionati di volo e aviazione. Non so se l'ho già detto, ma in azienda ci occupiamo di avionica... e anche se non sono fissata come la collega neoassunta che dopo il diploma sarebbe voluta entrare in Aeronautica ma essendo una donna all'epoca non le è stato possibile, oppure il giovanissimo tecnico del service che trascorre i weekend tra voli amatoriali ed esperimenti di acquisizione di segnali satellitari, anzi ho trovato questo impiego per un caso fortuito e non perché lo cercassi fortissimamente in quel settore, non mi sono sottratta allo shopping "di nicchia": ho scelto il modello "sorci verdi" qui accanto perché mi divertiva sfoggiare la frase VIVERE PERICOLOSAMENTE – io che la cosa più pericolosa che faccio è non fermarmi al primo distributore di benzina quando inizia a lampeggiare la spia della riserva ;-) – e soprattutto mi incuriosiva l'etimologia dell'espressione "vedere i sorci verdi", scoperta per l'occasione. Ebbene, essa deriva dalla 205ª Squadriglia da bombardamento "Sorci Verdi", una squadriglia della Regia Aeronautica appartenente al 41º Gruppo BT (bombardamento terrestre) del 12º Stormo inquadrato nella III Squadra aerea. Come spiega Virgilio Sapere...

Questo reparto speciale, all’epoca, era la prima squadra a utilizzare aeroplani trimotori e conquistò tantissimi trofei in diverse competizioni di livello internazionale. Il regime fascista [ehm...] non mancò di sottolineare le imprese dei piloti italiani, la cui abilità diventò ben presto proverbiale.
In occasione della Seconda Guerra Mondiale, la 205esima squadriglia prese parte a moltissime missioni di bombardamento: durante il conflitto, quindi, chi vedeva i "sorci verdi" si trovava in guai davvero seri.
A partire da quel periodo, l’espressione "ti faccio vedere i sorci verdi" è utilizzata in Italia per intendere "sto per umiliarti" o "sto per sconfiggerti", assumendo i connotati di una sorta di minaccia.

A proposito di modi di dire... Nell'ufficio dove ho lavorato come impiegata per nove anni prima di trasferirmi in Brianza da Pescara la mia responsabile era solita rivolgere una curiosa espressione dialettale a chiunque suscitasse, diciamo così, il suo disappunto: «Puzza fa' bubbù». Cosa significasse l'ho scoperto solo di recente tramite un post pubblicato nel Gruppo Agricolo - L'abruzzese fuori sede... e non è una cosa simpatica, proprio per niente: chi se lo sarebbe aspettato da una donna tanto timorata?!

mercoledì 27 novembre 2024

Fa' il contrario di quello che dice costui, e vai sul sicuro!

Nell'ultima settimana si è discusso parecchio riguardo alla risposta data su Twitter dal senatore leghista Claudio Borghi, twittatore compulsivo (anche se nel suo interesse sarebbe opportuno che tenesse a freno le dita), a un utente il quale, in seguito all'approvazione della riforma del codice della strada che prevede tra l'altro pene più severe per chi guida in stato di ebbrezza, si chiedeva – o affermava, visto che non c'era il punto di domanda – «Non posso prendere una bottiglia di vino al ristorante con la mia ragazza». Eccola qui sotto, condivisa da Marco Cattaneo, «editor at Le Scienze, Mind and National Geographic».

[Oltretutto Borghi dà chiaramente a intendere di non aver compreso i contenuti di una legge che la sua stessa maggioranza ha approvato]

Il divulgatore scientifico Andrea Palladino ha pubblicato su LinkedIn un approfondimento abbastanza breve ma ben documentato.

Se bevo una bottiglia di vino, poi mi metto irresponsabilmente alla guida e mi ferma una pattuglia, vengo arrestato?
Secondo un nostro parlamentare, che si era già "distinto" per la sua destrezza con i numeri durante il periodo pandemico, la risposta è no.
Riporto testuali parole dal suo tweet del 20 novembre:
"Se te la scoli da solo ti sconglierei di guidare ma anche scolandotela da solo non arrivi a 0.8 perché una bottiglia non è 1 litro ma 75 cl".
Il tasso alcolemico viene comunemente misurato in grammi per litro.
In Italia il limite per la guida in stato di ebrezza è pari a 0.5 grammi per litro; sopra tale limite c'è il ritiro della patente.
Se viene superato il limite di 0.8 grammi per litro, oltre al ritiro della patente e ad un multa salatissima, è previsto anche l'arresto fino a 6 mesi.
Confrontare una quantità espressa in grammi per litro con una espressa in litri è chiaramente un confronto privo di significato.
Per stimare il tasso alcolemico si può applicare la formula di Widmark, una formula risalente al 1920 nata per stimare il Blood Alcohol Content (BAC).
La formula di Widmark riguarda l'assunzione di alcool a stomaco vuoto:
BAC = A/(r*W) - b*t
Ignoriamo l'andamento temporale e concentriamoci su cosa accade al tempo t=0, quindi idealmente subito dopo l'assunzione:
- A è la quantità di alcool che viene assunta
- r è una costante che vale 0.68 per gli uomini e 0.55 per le donne
- W è il peso del soggetto
Giocando un po' con le unità di misura e tenendo presente che l'alcool pesa 0.8 g/cm^3, la formula può essere espressa come:
BAC = 8*G*L/(r*P)
dove G è la gradazione alcolica, L è la quantità di bevanda assunta in litri, r è la costante menzionata sopra e P è il peso espresso in kg.
Utilizzando queste unità di misura si ottiene la quantità di alcol nel sangue espressa in grammi per litro, ossia le unità che ci servono per confrontarci con i limiti di legge.
Nel grafico allegato al post vediamo come varia il tasso alcolemico in funzione dell'assunzione di bevande con diversa gradazione alcolica, utilizzando un peso medio per uomini e donne (link).
Cosa succede ad un uomo di 80 kg se beve una bottiglia di vino rosso da 0.75l con una gradazione alcoolica di 13°?
Secondo la formula di Widmark, il tasso alcolemico iniziale sarà di 1.43 g/l. L'uomo verrà arrestato.
La formula di Widmark ha però delle limitazioni, poiché prevede che tutto l'alcool ingerito vada in circolo nel sangue.
L'ISS propone una stima più conservativa (link) e prevede per 0.75l a stomaco vuoto un tasso alcolemico di poco superiore ad 1.2 g/l.
L'uomo verrà arrestato.
A stomatco pieno, sempre secondo l'ISS (interpolazione lineare), il tasso alcolemico sarà di circa 0.81 g/l. Anche in questo caso l'uomo verrà arrestato.
In definitiva, se vi scolate un'intera bottiglia di vino e vi mettete immediatamente alla guida, in caso di controllo verrete sempre arrestati.
Meglio aspettare un po' o far guidare l'amico astemio!

[L'immagine che apre il post è la versione aggiornata di una vignetta di Astutillo Smeriglia]

martedì 26 novembre 2024

Un tocco di creatività

Leggendo questo post di .mau. sono venuta a conoscenza della pagina Fancy Font Generator, utile – se di utilità si può parlare ;-) – per generare caratteri "ricercati" che (traduco qualche stralcio del testo sulla pagina)...

Possono essere usati ovunque sia consentito l'inserimento di testo, come Twitter, Facebook, Instagram, Snapchat, TikTok, commenti di YouTube, Discord e altro ancora!
Alcuni dispositivi potrebbero non visualizzare correttamente tutti i font! Poiché usano caratteri speciali, dipende dal dispositivo o dal produttore del font supportare i simboli.
Per usare questo generatore, digita o incolla semplicemente il testo nella casella. Dopo averlo fatto, apparirà una grande varietà di font tra cui scegliere. Copia e incolla il testo desiderato in qualunque casella di testo sul web.
Questi font "ricercati" non sono font reali. Sono in realtà lettere, numeri e simboli Unicode di varie lingue del mondo. Ecco perché su alcuni vecchi dispositivi appariranno come caselle o punti interrogativi.

Ecco un esempio di utilizzo.

(Siccome non mi veniva in mente neanche una frase vagamente originale, questa me la sono fatta consigliare da ChatGPT. A questo punto ci starebbe bene una riflessione su come il mio cervello tenda ad impigrirsi delegando all'intelligenza artificiale i compiti per cui la ritiene all'altezza... ma è un discorso troppo lungo e complesso; magari ci tornerò con mooooolta calma più avanti)

𝐿𝒶 𝒸𝓇𝑒𝒶𝓉𝒾𝓋𝒾𝓉à 𝓃𝑜𝓃 𝒽𝒶 𝓁𝒾𝓂𝒾𝓉𝒾, 𝓈𝑜𝓁𝑜 𝓃𝓊𝑜𝓋𝒾 𝑜𝓇𝒾𝓏𝓏𝑜𝓃𝓉𝒾. Bene, il copia&incolla funziona anche qui sul blog! :-)

In conclusione, mi è sembrata una cosa carina da segnalare a chi vorrebbe dare un tocco di originalità ai post e ai messaggi che scrive, ma non sa come fare. Per quanto mi riguarda, lo ammetto, credo che continuerò a farne a meno... come del resto faccio quando invio messaggi di posta elettronica dal mio PC personale: figurati che ho configurato Mozilla Thunderbird in modo tale che per default componga i messaggi in testo semplice, quindi monospaziato sempre della stessa dimensione senza grassetto, corsivo o sottolineato. Se proprio voglio evidenziare un concetto, al massimo, uso il tasto bloc maiusc... ma senza esagerare! ;-)

lunedì 25 novembre 2024

No alla violenza contro le donne, in tutte le sue forme

Oggi 25 novembre, giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, non potevo esimermi dal condividere un bel po' di spunti che ho raccolto sull'argomento.

Il video di Una Nessuna Centomila in cui moltissimi personaggi noti esprimono in vari modi un concetto che potrebbe sembrare ovvio ma purtroppo, come dimostrano le cronache, non lo è per niente: «Se io non voglio, tu non puoi».

Il testo scritto dall'architetta e attivista femminista peruviana Cristina Torres-Cáceres nel settembre del 2017, dopo il femminicidio di Mara Castilla, una studentessa di 19 anni uccisa a Puebla, in Messico, dall'autista di un servizio di noleggio con conducente a cui si era rivolta per tornare a casa dopo una serata con gli amici.

Se domani non rispondo alle tue telefonate, mamma. Se non ti dico che torno per cena. Se domani, mami, vedi che il taxi non arriva.
Può darsi che io sia avvolta nelle lenzuola di un albergo, su una strada, o in un sacco nero (Mara, Micaela, Majo, Mariana). Può darsi cha sia in una valigia o abbandonata su una spiaggia (Emily, Shirley).
Non spaventarti, mamma, se vedi che mi hanno pugnalata (Luz Marina). Non urlare se vedi che mi hanno trascinata (Arlette). Mammina, non piangere se ti dicono che mi hanno impalata (Lucía).
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato, che erano i miei vestiti, che era l’alcol nel mio sangue. Ti diranno che è stato per l’orario, perché ero da sola. Che quello psicopatico del mio ex aveva dei motivi, che lo avevo tradito, che ero una puttana. Ti diranno che ho vissuto, mamma, che mi ero permessa di volare troppo in alto in un mondo senz’aria.
Ti giuro, mamma, che sono morta combattendo.
Ti giuro, cara mamma, che ho urlato davvero forte mentre volavo.
Si ricorderà di me, ma’, saprà che sarò stata io a rovinarlo, perché mi riconoscerà nel volto di tutte quelle che gli urleranno contro il mio nome. Perché so, mamma, che tu non ti arrenderai.
Però, per quanto tu possa volerlo fare, non imbrigliare mia sorella. Non rinchiudere le mie cugine, non vietare niente alle tue nipoti. Non è colpa loro, mamma, così come non è stata nemmeno colpa mia. Sono loro, saranno sempre loro [ellos, gli uomini, ndt]. Lotta per le loro ali, visto che le mie me le hanno tagliate. Lotta perché siano libere e possano volare più in alto di me. Combatti perché possano urlare più forte di me. Perché possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho fatto io.
Mammina, non piangere sulle mie ceneri.
Se domani sono io, mamma, se domani non torno, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.

Quelli tra parentesi sono tutti nomi di donne vittime di femminicidio.

L'intervento di Luciana Littizzetto, quasi senza voce ma mai così chiara, ieri sera a Che Tempo Che Fa.

Le testimonianze della cantante Simona Molinari, della scrittrice Licia Troisi e di Vanessa Roghi, autrice del libro La parola femminista.

Le notizie che proprio oggi Alessandro Impagnatiello è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio della compagna Giulia Tramontano al settimo mese di gravidanza – una vicenda che mi ha colpita particolarmente, anche perché io a Senago ci lavoro – e che la procura di Venezia ha chiesto che Filippo Turetta venga condannato pure lui al massimo della pena per il femminicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Due notizie dall'indubbio valore simbolico, che non mi sembra un caso siano uscite proprio oggi.

La clamorosa inopportunità delle dichiarazioni del presidente Meloni la quale, non avendo evidentemente imparato nulla dalle polemiche seguite alle dichiarazioni del ministro Valditara, non si è fatta scrupoli a prendersela con gli immigrati.

La pagina di IKEA pubblicata in occasione della giornata odierna, con tanto di video...

... e di GIF animata.

Infine, una vignetta di Silvia Ziche...

... e un'altra di Stefano Tartarotti.

domenica 24 novembre 2024

Il figlio della Concetta

Il vocabolario Treccani riporta il neologismo umarèll...

s. m. inv. (o con pl. scherz. pseudoinglese umarells) (fam.) Pensionato, perlopiù anziano, che passa il tempo a osservare e commentare i lavori in corso, a ridosso del cantiere.

... e sul sito Treccani c'è pure un approfondimento al riguardo. Forse non tutti sanno che la parola umarell è stata sdoganata dal bolognese Danilo Masotti, autodefinitosi «ex influencer, ex blogger, ex cantante» e che oltre al blog, tuttora aperto anche se un tantino in disuso, ha un profilo su Instagram, un altro su Facebook e un canale YouTube.

Proprio l'altro giorno ho ascoltato l'episodio del podcast Tienimi Bordone, il cui ascolto è riservato agli abbonati de Il Post, nel quale il titolare Matteo Bordone conversava con Danilo Masotti, e ho scoperto che negli ultimi tempi il tema delle sue condivisioni social era cambiato: non più, o non soltanto, i suddetti umarells, ma soprattutto il rapporto con la sua mamma novantaquattrenne Concetta, affetta da demenza senile, una malattia invalidante dove la memoria a lungo termine rimane intatta a differenza di quella a breve termine. Lo scopo era sensibilizzare nei confronti di una situazione di cui si parla ancora troppo poco, ma che con il progressivo aumento dell'età media della popolazione riguarda sempre più persone e famiglie.

Ieri Danilo ha condiviso la triste notizia che purtroppo la sua mamma se n'era andata per sempre.

Mi si è stretto il cuore, e ho sentito Danilo tanto vicino. Anche se i miei genitori hanno lasciato questo mondo a un'età meno avanzata – papà a ottant'anni e mamma a ottantasei – e nessuno dei due soffriva di demenza, al massimo la loro lucidità ogni tanto vacillava, so cosa vuol dire doversene prendere cura quando diventano anziani, visto che io sono nata quando loro avevano quarantadue anni, parecchi per l'epoca. E so bene anche che, per quanto la situazione possa essere difficile e dolorosa, non si è mai veramente pronti a dire loro addio.

sabato 23 novembre 2024

Fibonacci Day

Leggendo questo post che ho pubblicato dieci giorni fa poteva sembrare che avessi l'intenzione di non occuparmi più delle varie "giornate di qualcosa"... ma già oggi faccio un'eccezione, da appassionata di matematica quale sono, e tra due giorni prevedo di farne un'altra in occasione di una ricorrenza che merita tutto il risalto possibile.

Insomma, oggi è il Fibonacci Day. Perché proprio oggi? Perché la data odierna, nel formato mese/giorno, si scrive 11/23, e 1, 1, 2, 3 sono i primi termini (zero escluso) della successione di Fibonacci; essa prende il nome dal matematico pisano Leonardo Fibonacci, vissuto circa un millennio fa, ed è anche detta successione aurea perché il rapporto fra le coppie di termini successivi tende molto rapidamente al numero 1,61803..., noto con il nome di rapporto aureo o sezione aurea.

La successione di Fibonacci e le sue proprietà potrebbero sembrare un mero trastullo per matematici con la testa tra le nuvole... e invece hanno svariati legami con diversi settori della vita quotidiana.

[L'immagine qua sotto l'ho trovata qualche mese fa, e mi sembra parecchio attinente all'argomento del post]

venerdì 22 novembre 2024

Quotes of the day

Piccola rassegna di citazioni tutte (tranne una) sotto forma di immagine/meme da condividere, con traduzione dall'inglese a cura della sottoscritta.

L'istruzione non è qualcosa che puoi completare.
(Isaac Asimov)
Penso che rischiamo di diventare la società meglio informata che sia mai morta di ignoranza.
(Rubén Blades)
L'invecchiamento è un processo straordinario in cui diventi la persona che avresti sempre dovuto essere.
(David Bowie)
Un corpo in forma, una mente calma, una casa piena d'amore. Queste cose non si possono comprare, si devono guadagnare.
(Naval Ravikant)
Un uomo che non ha tempo libero, che per tutta la vita, a parte le pause puramente fisiche per dormire e mangiare e così via, è preso dal suo lavoro, è meno di una bestia da soma. Non è altro che una macchina per produrre ricchezza per gli altri, è fisicamente distrutto e spiritualmente brutalizzato. Eppure, l'intera storia dell'industria moderna dimostra che il capitale, se non viene controllato, lavora senza scrupoli e pietà per far precipitare l'intera umanità a questo livello di profonda degradazione.
(Karl Marx)
Se un uovo viene rotto da una forza esterna, la vita finisce.
Se viene rotto da una forza interna, la vita comincia.
Le grandi cose cominciano sempre dall'interno.

(Jim Kwik, come ho scoperto googlando)

Concludo con qualche altra frase interessante ancorché priva di attribuzione.

Non aggrapparti a uno sbaglio soltanto perché hai impiegato molto tempo a commetterlo.
Se ti concentri sul dolore, continuerai a soffrire.
Se ti concentri sulla lezione, continuerai a crescere.
Il mondo ti giudicherà indipendentemente da quello che fai, quindi vivi la tua vita come c***o ti pare.

Oooh... quanno ce vo', ce vo'! ;-)

giovedì 21 novembre 2024

Io, correttrice di bozze incompresa

Poiché sul lavoro una delle mie specialità è fare la correttrice di bozze sui documenti tecnici redatti dai colleghi che mi capitano sottomano – anche se quasi nessuno mi chiede di farlo ;-) – oggi ho avuto l'occasione per rivendicare due questioni che mi stavano abbastanza a cuore... se di cuore si può parlare per delle pignolerie! :-)

La prima: tra il valore di una misura e l'unità di misura ci va lo spazio, con un'unica eccezione (no, non è il simbolo di percentuale %, pure quello va staccato... Qui sbagliavo anch'io).

Mi dà ragione nientepopodimenoché il Sistema Internazionale di Unità di Misura (SI): come spiegato a pagina 8 di questa guida del National Institute of Standards and Technology (NIST)...

There is a space between the numerical value and unit symbol, even when the value is used as an adjective, except in the case of superscript units for plane angle.

ovvero

C'è uno spazio tra il valore numerico e il simbolo dell'unità, anche quando il valore è usato come aggettivo, tranne nel caso di unità in apice per l'angolo piano.

e a pagina 28

In the expression for the value of a quantity, the unit symbol is placed after the numerical value and a space is left between the numerical value and the unit symbol.
The only exceptions to this rule are for the unit symbols for degree, minute, and second for plane angle: °, ', and ", respectively, in which case no space is left between the numerical value and the unit symbol.

ovvero

Nell'espressione per il valore di una quantità, il simbolo dell'unità è posizionato dopo il valore numerico e viene lasciato uno spazio tra il valore numerico e il simbolo dell'unità.
Le uniche eccezioni a questa regola sono per i simboli dell'unità per grado, minuto e secondo per angolo piano: °, ' e ", rispettivamente, nel qual caso non viene lasciato alcuno spazio tra il valore numerico e il simbolo dell'unità.

La collega che mi ha fornito lo spunto per chiarire questo aspetto non se ne faceva una ragione: «Nel mio posto di lavoro precedente due persone, tra cui un ispettore certificato ACCREDIA, mi hanno addirittura cazziata perché ci mettevo lo spazio: mi hanno assicurato che non ci va». Eh oh, che ti devo dire...

La seconda: la kappa del prefisso kilo (chilogrammo, chilometro...) è minuscola; la K maiuscola denota invece i gradi Kelvin.

Come da tabella a pagina 19 della suddetta guida (cliccare per ingrandire)...

Anche in questo caso il collega che sistematicamente usa la K maiuscola era convinto di essere nel giusto: «La M di mega e la G di giga sono maiuscole perché sono unità grandi, quindi secondo me anche la K di kilo deve essere maiuscola».

Bah, io la mia l'ho detta, e l'ho pure documentata... ma qualcosa mi dice che ognuno continuerà a fare di testa sua, confidando nel fatto che soltanto pochissime persone sono così precise da dar peso a certi dettagli come la sottoscritta. :-/

mercoledì 20 novembre 2024

Gesti all'italiana

Noi italiani siamo famosi nel mondo, tra le altre cose, per quel caratteristico gesto della mano che, secondo lo schema qui sotto, dovrebbe voler dire «Cosa? Dove? Perché?»...

... e che ha "contagiato" pure la tennista russa Anna Kalinskaya, fidanzata del nostro campione Jannik Sinner.

Ecco qualche altra immagine a tema: il gesto in questione riconosciuto nel tracciato del circuito automobilistico di Monza...

... il calciatore dell'Inter e della Nazionale Nicolò Barella colto in un momento concitato faccia a faccia con l'arbitro di una gara contro l'Austria...

... un meme un tantinello irriverente...

... e per finire la GIF animata: l'ho generata personalmente convertendo mediante Ezgif un video ricevuto su WhatsApp. :-)

martedì 19 novembre 2024

Goodbye Elon

All'indomani della rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca ho accennato che forse era giunto il momento di abbandonare Twitter, come hanno fatto moltissimi personaggi ben più in vista e influenti rispetto alla sottoscritta.

A frenarmi dal disattivare il mio account è la possibilità che, dopo che verrà chiuso, prima o poi qualcun altro si appropri del mio nome utente gwendalyne, al quale sono affezionata perché lo uso praticamente da quando mi sono affacciata su internet; benché sia una variante piuttosto rara del nome Gwendolyn – lo scelsi in omaggio al mitico Nonno Multimediale di Francesco Paolantoni – su alcune piattaforme non sono riuscita ad aggiudicarmelo perché ero stata preceduta da qualcuno.

Stamattina però è successa una cosa che ha fatto vacillare il mio proposito di temporeggiare: non appena ho preso in mano lo smartphone ho trovato una notifica di questo tweet del padrone di Twitter Elon Musk, che ovviamente mi guardo bene dal seguire, il quale ritwittava, con la semplice aggiunta di un irritante "Interesting", interessante, un tweet sull'opinione favorevole espressa dal dottor Robert Redfield, ex direttore del CDC (Centers for Disease Control and Prevention, in italiano "centri per la prevenzione e il controllo delle malattie"), nei confronti di Robert Kennedy Jr., nominato da Trump nuovo segretario alla Salute, l'equivalente del ministro della Salute, nonostante fossero tristemente note le sue posizioni antivacciniste e antiscientifiche. «Dracula alla direzione dell'AVIS», aveva scritto il professor Roberto Burioni quando la nomina era ancora soltanto un'ipotesi. Ora, io non so nulla di questo dottor Redfield, ma c'è solo da sperare che le dichiarazioni che gli sono state attribuite, sempre che non siano state manipolate, siano fondate.

Comunque Elon Musk non mi deve rompere i c***ioni. OK, l'account non lo disattivo, almeno per il momento, ma smetterò del tutto di usarlo – finora mi limitavo a esportarci i link ai post pubblicati su questo blog – e per non ricevere ulteriori notifiche moleste disinstallerò l'app.

domenica 17 novembre 2024

Il re dell'internet

L'algoritmo di Facebook oramai ha capito perfettamente – chissà come avrà fatto?! ;-) – che mi piacciono i gatti, e così mi propone di continuo immagini, video e pagine a tema. Stasera condivido una piccola selezione di immagini che ho trovato particolarmente simpatiche.

Ho comprato un portaciotole triplo per gatti, così quando i gatti mangiano possono allinearsi perfettamen...
Oh.
Gasp! Oh no, un gatto nero!
Gasp! Oh no, una brutta str***a!
Il mio gatto ha paura dei mandarini, quindi ho creato un campo di forza per proteggere l'albero di Natale.

[In vista dell'allestimento degli addobbi natalizi, l'idea di far leva su un eventuale punto debole del proprio micio può tornare utile in molte situazioni, in effetti]

Questa parodia "miciosa" della copertina del terrificante romanzo IT di Stephen King avrei potuto realizzarla io. Ci pensavo proprio l'altra sera, quando ho portato da mangiare alla "miciolanza" e sono arrivati in OTTO: tutti i cinque membri della famigliola arrivata quest'anno, più i tre che sfamavo in precedenza e che erano stati in pratica "sfrattati" dai nuovi occupanti. Per assurdo ho pensato: e se a forza di girarmi tra i piedi mi facessero inciampare e cadere fino a sbattere la testa? Potrebbero fare scempio del mio corpo privo di sensi, come in un horror! [Non so come mi sia venuto in mente: queste creature sono tutte quale più quale meno abbastanza irruenti, ma pucciosissime <3]

sabato 16 novembre 2024

Alla scoperta di Alfa

Come tutte le estati, anche quest'anno ad agosto ho trascorso qualche giorno di vacanza in Garfagnana. Memore del bellissimo concerto di Niccolò Fabi di tre anni fa, mi sono chiesta: vediamo un po' chi si esibisce quest'anno alla Fortezza di Mont'Alfonso? L'unico evento compatibile con le date della nostra permanenza in zona era il concerto di Alfa il 12 agosto, ma ho preferito lasciar perdere, ritenendola "musica per ragazzini" per quel poco che conoscevo del repertorio di Alfa, al secolo Andrea De Filippi: Vai, il brano che ha presentato all'ultimo festival di Sanremo, Bellissimissima... e poi basta, in pratica.

Ultimamente, però, ho avuto modo di rivalutare l'artista genovese nato nel vicino 2000, e mi sono pentita di non avergli dato una chance questa estate. Il primo spunto in tal senso me l'ha dato Emiliano Miliucci, che seguo su Facebook e che mi sa tanto aspiri a diventare scrittore, anche se di lavoro fa (ancora) l'operatore ecologico o, come preferisce definirsi lui che è di Latina, "monnezzaro". Emiliano, in qualità di papà di una preadolescente fan di Alfa, ha indirizzato al cantante una toccante lettera aperta che riporto qui di seguito, corredata da qualche link.

Caro Alfa,
Scopriamo subito le carte.
Io non sono un tuo fan.
Niente di personale sia chiaro ma cerca di capirmi.
Ho 45 anni e alla mia età si fa fatica ad abituarsi a musica nuova.
Noi “boomer” rimaniamo ben appiccicati agli idoli dei nostri tempi e cambiare è antropologicamente complicato.
Ovviamente ho apprezzato tantissimo il tuo duetto col prof Vecchioni che adoro.
Sai che mi avete fatto commuovere quando avete cantato “Sogna ragazzo sogna” a Sanremo?
E si, il tuo pezzo col quale chiudi la canzone di Vecchioni, è veramente bello.
Ho adorato anche la tua cover delle cose in comune di Daniele Silvestri altro baluardo dei tempi miei.
Non sono un tuo fan, dicevamo.
In compenso conosco molte tue canzoni a memoria perchè sei l’idolo del momento di mia figlia Carlotta, di anni 11 che non perde l’occasione di rubarmi il telefono e mettere la tua musica per casa.
Idolo del momento perchè mia figlia è volubile ma sto periodo va cosí.
Pensa che ho dovuto persino spiegarle cosa sono gli angeli del fango che citi nella tua ultima canzone “Il filo rosso” (veramente carina).
E sai cosa c’è, ragazzo?
Da padre, sono veramente contento che tu (almeno al momento) sia l’idolo di mia figlia.
Ti avverto.
Sto per fare un noiosissimo discorso da vecchio.
Ma io sono felice che a mia figlia piaccia uno come te.
Uno con la faccia da bravo ragazzo senza bisogno di esplosioni muscolari o tatuaggi che necessitano l’approvazione del genio civile.
Uno come te.
Che non ostenta ricchezze effimere, che non fa dissing da asilo nido e che non mette in piazza amori da copertina.
Uno che incredibile ma vero, non è passato per il tritacarne dei talent.
Uno che è persino capace a suonare degli strumenti.
Un cantante come te che incredibile ma vero, canta.
Canta canzoni che non entreranno mai nell’Olimpo delle mie canzoni preferita ma insomma sono canzoni che hanno un testo sensato, comprensibile e lineare senza bisogno di ricorrere a chissá quale abominio linguistico.
Canzoni che raccontano storie.
Ecco.
A mia figlia piaci te.
Uno con un faccione bello,simpatico e pulito.
Un ragazzo “normale” per quanto questa parola non significhi nulla credo che ci siamo capiti.
Sei il cantante che tutti i papá vorrebbero come idolo delle loro figlie.
E mi sembri un bicchiere di buon senso in un mare di esasperazione.
E io,pur rischiando di passare per vecchio, adoro molto questo tuo atteggiamento.
Perchè come diceva uno dei cantanti che piacciono a me, la vera impresa eccezionale è essere normale.
Grazie ragazzo.
Non sono un tuo fan.
Ma ti ammiro molto e spero che mia figlia continui a scegliere cantanti come te.
Sono un papà e a volte per capire le mie figlie ho bisogno di capire la loro musica che è il linguaggio universale per eccellenza.
E che siano benedetti i cantanti come te.
Cantanti che cantano e che raccontano storie belle.
E sapessi quanto è bello vedere mia figlia emozionarsi per le tue parole…
Una figlia che si emoziona è di gran lunga lo spettacolo piú bello del creato.
E quindi grazie per queste emozioni cosí genuine.
Con tanto affetto,
Un papà.

Il post è diventato virale a tal punto che l'emittente radiofonica Radio Kiss Kiss ha organizzato il collegamento di Emiliano e sua figlia, che erano a casa loro, con la trasmissione di cui era ospite proprio Alfa. E lui li ha invitati al suo concerto di Roma. Che si tiene stasera.

Di Alfa mi ha fatto un'ottima impressione pure l'ospitata al podcast Passa dal BSMT di Gianluca Gazzoli (a proposito, il video di Cin Cin, uno dei brani di cui si parla nell'episodio, è questo). E ogni tanto ascolto la sua non proprio sterminata discografia. Certo, non avrà ancora scritto canzoni nemmeno minimamente all'altezza dei capolavori di suoi illustri concittadini del calibro di Fabrizio De André, Gino Paoli e Luigi Tenco... ma secondo me si sente che ci mette il cuore. E poi è talmente giovane: ha tutto il tempo per maturare! :-)

venerdì 15 novembre 2024

Uno spunto di riflessione per cristiani... e non

Una settimana fa Shirley Șerban ha pubblicato sul suo canale YouTube un video molto diverso dalle parodie musicali che propone di solito; lo si capisce fin dal titolo, One of the first ever songs I wrote! Worship - Song for Christians based on Isaiah 58 (Una delle prime canzoni che ho scritto! Adorazione - Canto per i cristiani basato su Isaia 58). Condivido il video...

... e la traduzione della relativa descrizione, perché contiene rivelazioni per me abbastanza inaspettate e mi ha dato di che riflettere (nulla su cui non avessi già lungamente ragionato per conto mio, in effetti).

Sono cresciuta da bambina missionaria, vivendo su una nave cristiana evangelica per 10 anni. Poi siamo emigrati in Nuova Zelanda quando avevo 12 anni perché mio padre dirigesse il lavoro lì oltre a predicare e aiutare a guidare le chiese locali. Ero proprio dentro! Immaginami con le mie felpe "Perché la gente ha bisogno del Signore" e "Soldati per Cristo". Sì, ero io, potresti dire che ero la cristiana più cristiana che ci fosse. 😆 Ho iniziato a scrivere canzoni quando avevo circa 17 anni, e la canzone che pubblicherò è stata una delle prime che ho scritto.
Per farla breve, sono stata coinvolta nelle missioni per circa 8 anni anche da adulta, ma quasi 10 anni fa ho lasciato il ministero cristiano e la chiesa. Sempre più spesso, vedevo persone cantare e pregare le parole cristiane, poi uscire dall'edificio e non preoccuparsi di nessuno se non di sé stesse e delle persone a loro vicine.
Mi sentivo come se stessi vivendo una bugia, e più tempo trascorrevo nei circoli cristiani evangelici, più ipocrisia trovavo, persino vedere crimini gravi essere insabbiati "in casa". Sentivo che qualsiasi desiderio avessi di vivere una vita buona e aiutare gli altri veniva schiacciato dalla chiesa, quindi era meglio per me andarmene.
Gesù ha ripulito il tempio dalle persone che cercavano di fare soldi con la religione. Ora, sembra che le persone abbiano ripulito Gesù dalla chiesa per trarne profitto.
Non mi definisco più una cristiana evangelica. Continuo a dare valore a Isaia 58 e al Discorso della Montagna. Mi interessa ancora la giustizia per tutti, indipendentemente dal colore, dalla razza, dall'orientamento, dalla convinzione religiosa e persino dall'affiliazione politica. Semplicemente non riesco a gestire l'ipocrisia.
Ecco perché pubblicherò la canzone che ho scritto quando avevo 20 anni. Guardo oltre il mio fervore di quei giorni (che era piuttosto pieno e arrogante, a guardarlo ora) e mi aggrappo al suo messaggio, e a Isaia 58. Penso che sia una cosa su cui molti cristiani del mondo occidentale oggi debbano riflettere: sto adorando Dio solo per me?
Grazie per aver scelto di guardare parte del mio lavoro, spero che ti abbia portato un po' di gioia. Non essere uno sconosciuto! Connettiti con un clic e un commento, iscriviti e unisciti al divertimento: mi piacerebbe sentire la tua opinione, e faccio davvero del mio meglio per rispondere ai commenti.
Ho MOLTE altre canzoni sul mio canale: vieni a trovarmi e divertiti!
[Qui comincia la parte più apertamente autopromozionale, NdC]
Se ti piace cantare e vuoi cantare a squarciagola alcuni dei miei testi alternativi, prendi la tua copia di "Jokey Karaoke: 50 Relyriced Song Lyrics To Wow Your Audience With!" da Amazon, qui.
Trova il post per ottenere questa canzone gratis per i membri Patreon, oppure puoi acquistare l'mp3 di questa canzone e molte altre nel mio negozio Patreon. Mentre sei lì, dai un'occhiata alle mie offerte di abbonamento e prendi in considerazione l'idea di unirti alla piccola comunità. Apprezzo molto tutti quelli che mi aiutano a vivere questo sogno di creare e di essere in grado di finanziarlo.
Grazie mille,
Shirley 😁

giovedì 14 novembre 2024

Come è potuto succedere?

Benché sia passata più di una settimana, non mi sono ancora fatta una ragione della vittoria di Donald Trump alle presidenziali USA. :-(

Ecco alcuni spunti per cercare di capire come sia potuto accadere; ammetto che devo ancora elaborarli.

  • Il video TRUMP ha vinto perché... di Massimo Polidoro.
  • L'episodio Perché Trump ha vinto? del podcast Globo di Eugenio Cau, che in questa occasione dialoga con Francesco Costa, esperto di questioni statunitensi. A proposito, Globo, che al momento è disponibile gratuitamente sulle principali piattaforme oltre che sul sito e sull'app de Il Post, da inizio gennaio entrerà a far parte dell'offerta riservata a chi si abbona al Post, assieme agli altri due podcast Ci vuole una scienza di Emanuele Menietti e Beatrice Mautino e Amare parole di Vera Gheno e alla newsletter Charlie. Il titolo scelto da Il Post per dare l'annuncio – L’abbonamento al Post si arricchisce – non è andato giù a tanti, abbonati compresi, perché di fatto per noi non cambia nulla (nemmeno il prezzo, che rimane di 80 euro l'anno, bisogna riconoscerlo); è l'offerta gratuita che si "impoverisce".
  • Proprio oggi Francesco Costa ha pubblicato sul suo canale YouTube Da Costa a Costa – lo stesso titolo della sua newsletter – un video lungo quasi 24 minuti, che non ho ancora avuto tempo di guardare, in cui cerca di prevedere come cambierà l'America con Trump.

Concludo linkando qualche altro video che prova a prendere la vittoria di Trump con leggerezza.

  • L'"analisi pacata" dei Contenuti Zero
  • Il mini-musical di Lorenzo Baglioni
  • La dimostrazione che Trump non perde mai; Andrea Lorenzon di CARTONI MORTI l'ha pubblicato prima delle elezioni, quindi chi dovesse essere così sciocco da credere a certe cose ne trarrebbe la conclusione che ha portato sfiga! ;-)

[La vignetta di Natangelo che apre il post l'ho trovata, insieme a molte altre vignette e memi, su Finestre sull'Arte]

mercoledì 13 novembre 2024

Ogni giorno è la giornata di qualcosa

Oggi è la Giornata Mondiale della Gentilezza, virtù che per quanto mi riguarda cerco di praticare ogni volta che posso ma che in generale sembra in via di estinzione... e probabilmente avrei scritto qualcosa in proposito, del resto l'ho già fatto un paio di volte in passato, se questo episodio del podcast Non hanno un amico ascoltato giorni fa non mi avesse fatto passare la voglia.

Luca Bizzarri parte dalle giornate mondiali per allargare il discorso, e vale la pena di ascoltarlo, tanto dura solo pochi minuti. Se non puoi o non vuoi, comunque, ti lascio qui di seguito la trascrizione.

Ogni giorno è la giornata di qualcosa, dalla giornata mondiale dell'habitat a quella della menopausa; erano tutte e due la settimana scorsa. Ma alla fine nessuna giornata è mai davvero rilevante, nessuna conta veramente qualcosa. Da poco, per esempio, è stata la giornata internazionale dell'eradicazione della povertà [toh, proprio l'ultima giornata mondiale a cui ho dedicato un post, NdC]: era proprio tra la menopausa e l'habitat. Ecco... ma ve ne siete accorti? La povertà è sempre lì, e ne riparliamo a ottobre prossimo. Tutti questi appuntamenti illusori e utopistici si susseguono nel calendario della politica, alcuni passando inosservati, altri facendo un gran baccano; penso al giorno dalla memoria, un baccano che si trasforma in silenzio, lasciando ogni cosa esattamente com'era prima del suo arrivo, quindi certificando ancora di più che il nostro entusiasmo nel dichiarare giornate dimostra solo la nostra costante ipocrisia.
Ma dopo aver scoperto l'inutilità delle giornate, che spesso sono espressioni dirette della politica, che le inventa e le sponsorizza, a ben vedere si può trovare qualcosa di altrettanto inutile in un parlamento in cui, giova ricordarlo, ci sono 14 club di tifoserie calcistiche, di cui due solo per il Calcio Napoli dopo la scissione tra il Napoli Club Parlamento e il Napoli Club Montecitorio. E cosa gli vuoi dire a questi, se non riescono nemmeno a mettersi d'accordo per andare alla partita, e poi hanno in mano le sorti del paese... Cosa gli vuoi dire? [pernacchia] Ma dici «Cosa potranno fare in quel palazzo per perdere ancora più tempo?»... e scopri il solito Borghi, economista della Lega con una dipendenza dai social che fa sembrare Christiane F. e i ragazzi dello zoo di Berlino un gruppo di consumatori responsabili. Ecco, Borghi, dicevo, ha inaugurato le dirette Instagram dall'aula durante le dichiarazioni di voto degli altri. «Siamo qua in Senato dove si sta chiudendo la trattazione del disegno di legge per il riconoscimento della maternità surrogata come reato universale». E non capisco perché agli adolescenti a scuola non venga permesso di fare la stessa cosa, se Borghi può tranquillamente raccontare le sue prodezze ai suoi follower durante i lavori del Senato. «In questo momento c'è, in questo momento c'è l'ultimo intervento da parte della collega di Fratelli d'Italia che prelude, prelude al voto finale». Perché non possono farlo i ragazzi durante le interrogazioni dei compagni?
Ma poi da quella meravigliosa cloaca che è Twitter spunta una foto del compagno di avventure di Borghi, tal Bagnai, anche lui economista, che pubblica orgoglioso una foto per farci vedere che sta lavorando... e dove sta lavorando? In un intergruppo parlamentare. E cosa sono gli intergruppi? Eh, quello è difficile dirlo, perché non c'è nulla che li regoli: vanno da cose serissime all'intergruppo per la dieta mediterranea, quello che vedeva tra i suoi consulenti la Maria Rosaria Boccia di Sangiuliana memoria. «Io se il ministro avesse detto la verità dal primo momento non starei qui». E Bagnai sta lavorando in un intergruppo essenziale: leggo direttamente dalla fotografia che lui ha pubblicato, eh? L'intergruppo dice così: «Scrivere a mano e leggere su carta: nell'era digitale nasce l'intergruppo in difesa della scrittura a mano e della lettura su carta». E io non riesco a non pensare: ma ci stanno davvero prendendo per il culo?! La difesa di cosa? Chi è che sta attaccando la lettura su carta? Ma poi come fanno a difenderla, vanno in giro a spaccare i Kindle sulle spiagge? E mi chiedo se le due cose siano anche strettamente collegate, perché a pensarci io scrivo sul computer, ma se posso leggo i libri di carta. Sono tra i buoni o tra i cattivi? Mi difenderà qualcuno? E mi chiedo, quando si vedrà questo intergruppo? Cosa si diranno i suoi partecipanti? Come si convocano? Con delle lettere trasportate da dei piccioni? Ma poi la meraviglia di Bagnai che va nell'intergruppo per leggere su carta e scrivere con la penna, e lo pubblica... su Twitter.
Ma davvero non si rendono conto di cose così banalmente assurde? Davvero la nostra classe dirigente ha perso totalmente il senso del ridicolo, che era proprio persino del Marchese del Grillo, che era prepotente, prevaricante, maleducato, sì, ma mai toccava le vette della ridicolaggine, perché era scaltro, intelligente, in maniera negativa ma intelligente. «Ci sarebbe di là Aronne Piperno l'ebanista, ha finito il suo lavoro e sarebbe giusto pagarlo». «Sarebbe giusto, dici? E allora facciamo giustizia». E mo' ci sono questi, che del Grillo hanno solo la mitomania, nel loro caso pure totalmente ingiustificata, perché se quello poteva non pagare il povero Aronne Piperno senza che nessuno facesse un plissé... «Il Marchese del Grillo non chiede mai sconti: paga o non paga. Io nun te pago»... questi hanno paura persino dei comici, rinchiusi come sono nel castello della loro vanità che teme così tanto il ridicolo da diventare essa stessa ridicola senza sapere nemmeno di esserlo.

[L'immagine che apre il post è tratta da Missione Insegnante]