martedì 22 ottobre 2024

Pericolo per la democrazia

Stasera condivido alcuni spunti sulle ultime malefatte del governo Meloni, che oggi compie due anni... e il presidente mi perdonerà se mi guardo bene dal festeggiare.

Sul commento di Matteo Salvini alla notizia dell'uccisione di un 26enne maliano che con ogni probabilità non era in sé, Abolizione del suffragio universale ha scritto

"Con tutto il rispetto, non ci mancherà".
Siamo a livelli ormai nauseabondi, disgustosi, deprimenti, degradanti, bestiali.
Quelle che leggete in alto sono le parole con cui Matteo Salvini ha commentato la morte di un ragazzo di 26 anni.
Ieri mattina, a Verona, è infatti accaduto che un poliziotto, per difendersi, ha ucciso un richiedente asilo di 26 anni, in stato di evidente alterazione.
Il ragazzo, infatti, senza alcun apparente motivo, aveva iniziato a spaccare vetrine, a vandalizzare dei negozi, per poi scagliarsi armato di coltello contro un poliziotto.
Matteo Salvini avrebbe potuto, semplicemente, tacere. Avrebbe potuto lasciar scorrere la notizia tra i tanti casi di cronaca nera. E invece no, è intervenuto, senza che nessuno gli avesse chiesto nulla. Ed è intervenuto per irridere l'uccisione di una persona che, come raccontano i testimoni, non sembrava in sé.
Chi conosceva Moussa Diarra (si chiamava così) lo descrive come un ragazzo che, malgrado avesse affrontato la traversata nel deserto, i trafficanti di esseri umani, il mare e la morte, era arrivato qui a 15 anni con il sorriso. Un sorriso che, però, di recente aveva perso, al punto da isolarsi e da assumere farmaci antidepressivi.
E lui, il vicepresidente del Consiglio, ne festeggia la morte. Di più: la irride. Magari prima di esporre un rosario qua e là o di farsi il segno della croce.
Chissà cosa ne pensa, il Cuore Immacolato di Maria.

Alla gestazione per altri proclamata "reato universale" ha dedicato la sua "letterina" Luciana Littizzetto a Che tempo che fa...

... e hanno scritto Emiliano Miliucci...

Ho letto L'arminuta di Donatella di Pietrantonio.
Bellissimo.
Non entro nel dettaglio del libro.
In soldoni è la storia di una bambina partorita da una madre di una famiglia indigente e cresciuta in un’altra famiglia come spesso accadeva nell’Italia degli anni sessanta e settanta.
Famiglie povere che avevano tanti figli e che ne affidavano uno o più a famiglie che non potevano averne per i più disparati motivi.
Credo che in tutte le nostre famiglie andando indietro nel tempo ci siano stati esempi come questi.
E tanti esempi ci sono in mille romanzi, uno su tutti, l’Accabadora di Michela Murgia o meglio ancora il (bellissimo) film “La prima cosa bella” di Virzi.
Tale vecchia pratica m’ha suscitato una riflessione.
In questi giorni si fa un gran parlare di Gestazione Per Altri (GPA), vale a dire le donne che mettono a disposizione il proprio utero per poi affidare il nascituro ad altra coppia.
Il nostro governo ha pensato di dichiarare tale pratica (già vietata in Italia) addirittura reato universale al pari della schiavitù, della tortura e di altri crimini contro l’umanità.
Questo significa che la GPA sarà vietata in Italia e nessun cittadino che intenda vivere in Italia potrà avvalersene in nessun altro stato del mondo.
Inclusi ovviamente quelli in cui questa pratica è consentita.
La GPA viene considerata un abominio figlio dei nostri tempi eppure basta leggere un paio di romanzi per capire che certe cose sono addirittura figlie della tradizione del nostro paese anche se una volta venivano chiamate in un altro modo.
Da sempre infatti sono esistiti figli partoriti da una donna e cresciuti da un’altra famiglia.
Ecco.
Io non entro nel merito del discorso che riguarda l’etica della GPA.
Non ho strumenti per farlo.
È un discorso complesso con delle zone d’ombra sulle quali non so esprimermi.
Ma questo divieto così perentorio, addirittura universale lo trovo aberrante.
Lo trovo aberrante perché è una legge che è stata emanata pur sapendo che per motivi giuridici non potrà mai essere applicata e quindi rimarrà solo come un vessillo esposto al vento.
Lo trovo aberrante nei confronti di tutte le coppie, omo o eterosessuali, che in passato hanno fatto ricorso a questa pratica in un paese nel quale era consentita per poi far rientro in Italia senza essere perseguibili (invece ora lo sarebbero se questa legge entrasse effettivamente in vigore).
Lo trovo aberrante nei confronti delle donne che ancora una volta vengono dichiarate, tutte, incapaci non in grado di autodeterminarsi e decidere del proprio corpo.
E trovo aberrante che a pronunciarsi sia stata una donna, la deputata Varchi con la presunzione di poter legiferare sul corpo di altre donne.
Lo trovo aberrante perché ancora una volta lo Stato sceglie di vietare sottraendosi al suo vero compito, vale a dire regolamentare.
Avremmo bisogno di regole chiare e non di divieti.
Regole stringenti e controlli efficaci che tutelino tutte le parti in causa.
Ma regole.
Non divieti assoluti.
Perché un divieto in Italia significa arrabattarsi per aggirare la legge.
Perché se le regole non le fa lo Stato le farà una qualche organizzazione criminale che aggiungerà la GPA al catalogo dei propri servizi.
Lo trovo aberrante nei confronti di tutti i bambini nati grazie alla GPA.
Che da adesso sarebbero considerati illegali.
Non sarebbero più bambini.
Ma corpi del reato.

Capi di imputazione.
Materiale da processo.
E un bambino non è mai illegale.
Un bambino è sempre e solo un bambino.
Che mi pare un concetto elementare.
Ma certe volte ho il dubbio il nostro governo abbia delle serie difficoltà coi concetti elementari, quali la libertà, il rispetto, l’autodeterminazione e la dignità delle persone.
Facendo passare per tutela la più vigliacca forma di controllo.
In foto la scena del crimine.
Un delinquente universale tiene strette a sé le prove della sua condotta criminale.
Due bambini nati grazie alla GPA.
E cresciuti grazie all’amore.
La foto è vecchia.
Oggi quei bambini hanno 4 anni.
Chissà chi andrà a spiegare loro che in teoria potrebbero diventare corpi del reato…

... e il giornalista e scrittore Lorenzo Tosa.

Siamo arrivati al punto di non ritorno in cui una ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, in barba a qualunque principio costituzionale, deontologico, umano, dichiari come se nulla fosse che “medici e sanitari sono tenuti a denunciare casi di sospetta Gpa”.
Questo non è un governo democratico, siamo ormai alla Stasi sanitaria.
Per fortuna in Italia sono rimaste ancora persone e medici come Filippo Anelli, che tra le altre cose è anche Presidente dell’Ordine dei Medici.
E alla ministra ha dato una di quelle risposte talmente limpide, cristalline, che da sola vale l’intero senso di questo mestiere.
Il medico ha il dovere di curare: dovere che gli deriva dalla Legge - in primis, la Costituzione - e dal Codice deontologico, è confermato dalla Giurisprudenza e prevale su ogni altro obbligo, facoltà o diritto.
Che il medico sia esonerato dall’obbligo di denuncia nei confronti del proprio paziente lo si desume anche dal capoverso dell’articolo 365 del Codice penale che esime il medico da tale obbligo quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale.
Il medico non deve, è vero, ostacolare la giustizia ma non deve, soprattutto, porre in essere atti che mettano a rischio la relazione di cura, limitando la tutela della salute dei cittadini”.
A volte non serve davvero aggiungere altro. Solo tanta vergogna.

Sempre Lorenzo Tosa sul decreto Albania...

Lo hanno detto. Lo hanno fatto.
Il Governo Meloni ha appena approvato in fretta e (soprattutto) furia il decreto Albania, ovvero il decreto legge che rende - o così vorrebbe - norma primaria l’indicazione dei Paesi sicuri.
Tradotto? Decide il governo chi è un Paese sicuro, chi no e per quanto. E nessun giudice potrà intervenire.
O almeno è quello che vorrebbero loro.
In pratica, cosa hanno fatto Meloni e soci?
Hanno ribadito con un decreto legge (di rango superiore) una lista già contenuta in un decreto ministeriale, rafforzandola e rendendola, nella loro idea, intoccabile dai giudici.
Peccato che in quella lista (passata da 22 a 19 Paesi) continuino ad esserci Egitto, Bangladesh, Tunisia, ovvero Paesi che, secondo la Direttiva Europea del 2013, quella sì, primaria, sono da considerarsi “non sicuri”, quindi non idonei alla procedura accelerata e dunque - è questo il punto - non deportabili in Albania.
Ma, al di là del merito, su cui spetterà (per fortuna) ai tribunali l’ultima parola, resta la vergogna di un governo che si crea leggi fai da te (inutili per altro) per aggirare i giudici, calpesta ogni principio di separazione dei poteri. E tutto per tenere in piedi un progetto economicamente disastroso, umanamente scandaloso e politicamente imbarazzante, buono solo per raccattare voti dal popolino analfa-razzista.
E, alla fine, in piena trance agonistica, il ministro della Giustizia Nordio si è spinto anche a dire che “i giudici non hanno capito la sentenza Ue perché era scritta in francese” (Gulp!)
Questo è il livello assoluto del governo.
E, non so come le chiamiate voi, ma queste sono prove tecniche di regime.

... e sulle accuse di complotto delle "toghe rosse" contro il governo basate su uno sfacciato travisamento di un'email privata del magistrato Marco Paternello.

Da giorni su tutte le pagine, i giornali, gruppi e gruppetti della destra circola una frase scritta via mail dal magistrato Marco Paternello che sarebbe, nella fervida mente dei sovranisti, la prova definitiva del complotto delle toghe rosse contro i “patrioti”.
Il motivo?
Perché in una mail privata Paternello definisce “Meloni più pericolosa di Berlusconi”.
Apriti cielo. “Gombloddo”. “Dimissioni”. “Centri sociali” (cit. Salvini) e via di sciocchezze in libertà.
In realtà sarebbe bastato leggere l’intera mail (e non solo l’estratto scelto a piacere) per rendersi conto che Paternello stava facendo e sostenendo esattamente l’OPPOSTO di quello che i meloniani gli contestano. E a un certo punto della mail lo spiega pure, con tano di disegnino, a prova di leghista semplice.
Non dobbiamo fare opposizione politica, ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini ad un giudice indipendente.
In pratica, ha appena enunciato il ruolo, il senso istituzionale e costituzionale della magistratura.
Ma questo, cari patrioti anellomuniti che vi prestate alla loro propaganda, non ve lo faranno leggere mai.
Paternello non solo non andrebbe punito. Meriterebbe anche un plauso.

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