venerdì 11 ottobre 2024

Il diritto di vivere l'amore, qualsiasi amore, alla luce del sole

Oggi è la Giornata del Coming Out; tale espressione inglese, da non confondere con outing che indica invece l'esposizione dell'omosessualità di qualcuno da parte di terze persone senza il consenso della persona interessata, denota la decisione di dichiarare apertamente il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere.

E casualmente proprio oggi ho ascoltato il nuovo episodio, diviso come al solito in due parti, del podcast Altre Indagini (il cui ascolto è riservato agli abbonati de Il Post) uscito ieri. Stavolta Stefano Nazzi racconta un drammatico fatto di cronaca nera che ebbe luogo a Giarre, in provincia di Catania, il 17 ottobre 1980, e del quale mi pare di non aver mai sentito parlare prima: il duplice omicidio del venticinquenne Giorgio Agatino Giammona e del quindicenne Antonio Galatola, detto Toni.

Il 17 ottobre 1980 due ragazzi scomparvero a Giarre, in provincia di Catania: in città li chiamavano “gli ziti”, i fidanzati. Erano Giorgio Agatino Giammona, di 25 anni, e Antonio Galatola, di 15. I loro corpi vennero ritrovati il 31 ottobre in una zona, la Vigna del Principe, che era stata perlustrata nei giorni precedenti senza risultati. I giornali parlarono inizialmente di un doppio suicidio con il veleno. Dall’autopsia emerse che invece erano entrambi morti per colpi di pistola alla testa. Si parlò allora di omicidio-suicidio: il più grande, Giorgio Agatino Giammona, che in città era definito “puppu cu bullu”, e cioè omosessuale patentato, aveva, secondo le cronache, ucciso Antonio Galatola per poi spararsi.
La pistola venne però ritrovata distante dai corpi, parzialmente interrata. Dovette essere esclusa quindi anche l’ipotesi dell’omicidio-suicidio. Il giorno dei funerali, separati per volere delle famiglie, ci fu una confessione: Ciccio Messina, tredicenne, nipote di Galatola, disse di aver sparato ai due ragazzi e che erano stati loro stessi a chiedergli di farlo. Poi Messina ritrattò, disse che era stato obbligato a confessare ma le indagini vennero comunque dichiarate chiuse. Anche se lo stesso magistrato a cui per primo era stato assegnato il caso aveva molti dubbi sulla sua ricostruzione. Ciccio Messina aveva meno di 14 anni e quindi non era imputabile.
Quel delitto provocò una forte reazione del movimento per i diritti delle coppie omosessuali e proprio dopo i fatti di Giarre nacque, in Sicilia, l’Arcigay che divenne più tardi movimento nazionale.
In città, invece, di Giorgio Agatino Giammona e di Antonio Galatola non si parlò più. Solo recentemente è emersa fortemente una nuova ipotesi. Quello dei due ragazzi sarebbe stato un delitto omofobo ma anche d’onore. Qualcuno, all’interno delle due famiglie, non sopportava che Giorgio e Antonio si comportassero come una coppia, addirittura andando in giro mano nella mano, gettando così disonore sulle famiglie stesse. E Ciccio Messina sarebbe stato solo il capro espiatorio da sacrificare, perché non processabile.

In un certo senso Giorgio e Antonio fecero proprio coming out ben prima che tale espressione diventasse di uso relativamente comune in Italia, e con tutta la naturalezza del mondo, vivendo la loro relazione alla luce del sole. E a quanto pare proprio questa autenticità costò loro la vita.

A distanza di quarantaquattro anni non si può negare che la mentalità si sia evoluta e che ci sia mediamente più apertura mentale nei confronti dell'omosessualità... ma ahimè, non abbastanza: l'omofobia alligna ancora nella nostra società.

[La foto dei due giovani è tratta da Fanpage]

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