Per una serie di motivi non nutro una gran stima, per usare una litote, nei confronti di Elon Musk – men che meno da quando mi sono resa conto che è pappa e ciccia con Giorgia Meloni, la quale, relazionandosi con la persona più ricca del mondo, non può che chiudere tutti e due gli occhi sul fatto che il magnate sudafricano abbia commesso più volte un "reato universale" – e mi sa che non deve stare granché simpatico nemmeno a quelli di Astronomy Picture of the Day, visto che non l'hanno nominato neppure di striscio nella spiegazione dell'uscita di ieri, intitolata semplicemente Caught (catturato). Comunque bisogna riconoscere che l'impresa compiuta il 13 ottobre scorso da SpaceX, di cui Musk è fondatore e amministratore delegato, merita senz'altro di essere ricordata dal punto di vista del progresso tecnologico in ambito aerospaziale (il quale, non so se te l'ho mai raccontato, mi è professionalmente abbastanza vicino).
Mechazilla has caught the Super Heavy booster! pic.twitter.com/6R5YatSVJX
— SpaceX (@SpaceX) October 13, 2024
Ecco di cosa si tratta.
E se un razzo potesse tornare alla sua torre di lancio e venire catturato? Questo è accaduto per la prima volta 10 giorni fa, dopo che un razzo SpaceX Starship è decollato dalla sua rampa di lancio a Boca Chica, Texas, USA. La Starship si è poi divisa, come previsto, con il suo stadio superiore che è atterrato nell'Oceano Pacifico. La grande differenza è che lo stadio inferiore, Super Heavy Booster 12, è stato catturato dalla sua torre di lancio circa 7 minuti dopo. Catturare un razzo per riutilizzarlo è un modo nuovo e innovativo per aiutare a ridurre i costi di volo dei razzi rendendoli più facilmente riutilizzabili. I razzi Starship potrebbero essere utilizzati dalla NASA in futuro per inviare veicoli spaziali nell'orbita terrestre, sulla Luna e persino su altri pianeti.
[Ne hanno parlato pure Emanuele Menietti e Beatrice Mautino nel corso dell'ultimo episodio del podcast Ci vuole una scienza]
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