Dopo la pubblicazione del
post di metà marzo mi è capitato sottomano qualche altro spunto su
La bella e la bestia, e te li propongo qui di seguito:
- un sorprendente montaggio di scene Disney riciclate dagli animatori, che riguarda anche il classico del 1991;
- un video che mostra come sarebbe dovuta andare a finire la storia... se i fatti si fossero svolti secondo logica, perlomeno;
- un confronto fra il trailer del film d'animazione e quello del film in live action.
Quest'ultimo video racchiude il motivo per cui non ho ancora visto il film uscito il 16 marzo scorso, e chissà quando e se mai lo farò: probabilmente passerei tutto il tempo a paragonare il nuovo al vecchio, che ho rivisto di recente... e dubito sia l'atteggiamento ideale per godersi appieno la magia della fiaba. Oggi pomeriggio, avendo un paio d'ore di tempo da trascorrere al Multiplex Arca di Spoltore, ho invece optato per
Il permesso – 48 ore fuori (
qui il trailer), seconda regia di
Claudio Amendola dopo la commedia
La mossa del pinguino... e cosa posso dire, dopo essere cresciuto a pane e cinema il figlio del compianto doppiatore Ferruccio ci sa fare, ahó! :-) Dalle ambientazioni alle musiche, dalla fotografia alle inquadrature, tutto è studiato con cura per creare un grande pathos e accompagnare passo passo lo spettatore verso una morale di tutto rispetto.
La trama in sintesi (basata su un soggetto del giudice Giancarlo De Cataldo, l'autore di Romanzo criminale, e scusa se è poco): A quattro detenuti del carcere di Civitavecchia viene concesso un permesso di 48 ore. A tutti loro i due giorni di libertà serviranno per regolare i conti in sospeso con il mondo esterno, sia pur con esiti molto diversi.
- Luigi (lo stesso Claudio Amendola) ha un problema: suo figlio Michele, cresciuto con il mito del padre delinquente, nel tentativo di seguirne le orme si è cacciato in guai seri. Ma Luigi ha chiuso con il crimine, e men che meno può accettare che Michele diventi come è stato lui, o anche peggiore. Perciò farà quello che deve fare per salvarlo da sé stesso.
- Donato (un Luca Argentero mai così noir) affronta il malavitoso che ha avviato sua moglie alla prostituzione; la vicenda è ambientata a Pescara, e sono riconoscibilissimi gli scenari del Ponte del Mare e del Molo Nord coi suoi trabocchi.
- Rossana (Valentina Bellè) è una ragazza della Roma bene finita in galera per traffico di droga; il sia pur breve rientro a casa potrebbe essere l'occasione per risolvere il rapporto conflittuale con sua madre.
- Angelo (Giacomo Ferrara) è stato l'unico a finire in cella per una rapina a un benzinaio, perché dopo essere stato acciuffato non ha denunciato i suoi complici. Adesso costoro cercano di coinvolgerlo in un altro colpo: lui accetterà di aggravare il debito con la giustizia che non ha ancora finito di saldare?
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