Diversi anni fa la mia famiglia ha inaugurato una particolare tradizione natalizia: sotto le Feste siamo soliti effettuare tramite bollettino postale le donazioni per le cause che ci stanno più a cuore, dalla ricerca sul cancro all'assistenza alle persone sordocieche. Ciò non vuol dire che nel resto dell'anno non facciamo beneficenza, ma è in questo periodo che concentriamo le offerte più sostanziose. Fino allo scorso Natale l'incombenza di recarsi in posta spettava a papà, mentre quest'anno è toccato a me occuparmene. :'-(
Tra le varie donazioni non ne poteva mancare una destinata alla Fondazione Telethon, creata in Italia nel 1990 da Susanna Agnelli in collaborazione con l'Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (cit.); attualmente essa finanzia e promuove la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare, che in quanto tali purtroppo non rappresentano un investimento redditizio per le case farmaceutiche.
A volte trascurate dai grandi investimenti pubblici e industriali, orfane di ricerca e farmaci: le malattie genetiche rare prese singolarmente non sono statisticamente rilevanti. Ma possiamo dire che la vita di una persona non lo sia?Sono ancora più orgogliosa della nostra donazione, nonché indignata dal fatto che ci sia gente pronta a mettere in dubbio le lodevoli finalità della Fondazione, da quando ho visto due cortometraggi diretti da Mauro Mancini: in io e te la difficile vita di Emanuele (3 anni) è raccontata dalla sua mamma, mentre in Respiro è il piccolo Francesco a parlare in prima persona della propria condizione, dando prova di una forza d'animo davvero ammirevole.
Se anche tu desideri fare una donazione a Telethon, puoi scegliere il modo che ti è più comodo tra quelli elencati qui e qui.
[L'immagine che apre il post è tratta da Luminol, e usa l'arma della leggerezza per invitare a donare a prescindere dalla maratona televisiva che di recente ha rivoluzionato il palinsesto della Rai]
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