Giusto ieri ho condiviso sul mio tumblr una curiosa notizia proveniente dall'America; oggi linko pure una fonte in lingua inglese, dal momento che la versione italiana lascia un tantino a desiderare... Ebbene, nello Stato di Washington il ventottenne Riley Allen Mullins è stato arrestato dopo aver chiesto l'amicizia su Facebook alla donna che aveva aggredito e derubato il giorno prima, la quale ha potuto riconoscerlo grazie al tatuaggio a forma di triangolo che lui ha sul collo e che mostrava pure in qualcuna delle immagini del suo profilo. Tu leggi l'articolo e pensi: ben gli sta... ma quanto è stato maldestro! Deve trattarsi davvero di un caso estremo!
Beh, a quanto pare non proprio... Già oggi mi sono imbattuta in una notizia in qualche modo affine, proveniente questa volta dall'Italia: a Cremona un ladro si è scattato un selfie con un iPhone rubato, senza sapere che il cellulare avrebbe automaticamente inviato l'immagine alla pagina Facebook della proprietaria, la quale ha condiviso la foto sul social network nel tentativo di rintracciarlo.
[A proposito, mi viene in mente che sarebbe proprio il caso di esaminare le soluzioni descritte in questo post allo scopo di ritrovare lo smartphone in caso di furto o smarrimento...]
Per non parlare del "geniale" topo d'appartamento che non ha saputo resistere alla tentazione di accedere a Facebook dal computer della casa che stava svaligiando... Fatti come questi danno da pensare sul livello di dipendenza che le nuove abitudini tecnologiche possono provocare in alcune persone, a tal punto da indurle a dimenticare completamente anche le più elementari norme di prudenza. Ieri ho ritwittato la foto di un'insegna scattata nei Paesi Bassi, la quale recita, in olandese e inglese: «IN CASO DI INCENDIO: Si prega di lasciare l'edificio prima di postarlo sui social media». :-D Il commento di Richard Beaudry: «Quanto è vero!».
Infine, ecco un'altra divertente immagine a tema... :-D
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