lunedì 3 dicembre 2012

Da consumarsi entro il...

Può succedere a chiunque (ossuvvia, mica sarà capitato solo a me?! ;-)) di ripescare dal frigo o dalla dispensa qualche alimento acquistato da tempo, e di accorgersi che oramai è scaduto. Allora che si fa? Lo si deve proprio buttar via, rinunciando a consumarlo per timore che possa far male (penso specialmente a yogurt, latte e latticini)? Beh, non sempre: anche se in linea di principio la data di scadenza sulle confezioni va rispettata, poiché solo entro tale data il produttore garantisce il mantenimento delle caratteristiche sensoriali e la presenza di una carica batterica al di sotto dei limiti ritenuti pericolosi, ci sono alcuni casi in cui un'eccezione non comporta rischi, e soprattutto previene sprechi evitabili. Spulciando la newsletter de Il Fatto Alimentare, che ogni settimana mi fornisce informazioni molto interessanti da quando mi sono iscritta mesi fa, ho avuto modo di leggere alcuni articoli che illustrano i consigli degli esperti per non correre rischi limitando al contempo gli sprechi: basti dire che, secondo stime accreditate, ben l'8% della spesa alimentare domestica finisce nel cestino dei rifiuti...
Riguardo alla scadenza, particolare attenzione va riservata agli alimenti freschi, che con il passare del tempo registrano alterazioni chimiche e la crescita di microbi in grado di alterare le caratteristiche nutrizionali e a volte organolettiche; la loro durata è correlata al rispetto della catena del freddo, ragion per cui è importante assicurarsi che il frigorifero di casa raffreddi a sufficienza!



Ecco qui di seguito alcuni consigli pratici che ho tratto dal video qui sopra e da questo articolo (che comunque ti invito caldamente a leggere per intero, in quanto fornisce ulteriori dettagli degni di nota).
  • Il latte fresco di alta qualità per legge scade sette giorni dopo il confezionamento, ma se conservato bene in frigorifero si può tranquillamente bere uno-due giorni dopo.
  • Lo yogurt scaduto da sette-dieci giorni si può consumare senza problemi, se non ci sono rigonfiamenti o muffe.
  • Per le uova la legge fissa la scadenza entro ventotto giorni dalla deposizione, ma i microbiologi consigliano di consumarle otto-dieci giorni prima.
  • Le insalate in busta conviene consumarle uno-due giorni in anticipo; se rimangono qualche ora a temperatura ambiente, le foglie si afflosciano e perdono fragranza.
  • La mozzarella va portata a tavola almeno sette-dieci giorni prima della scadenza, così come la robiola e la ricotta; la regola vale anche per il salmone affumicato.
Per la carne e il pesce freschi rimando a quest'altro articolo, mentre qui potrai trovare informazioni utili riguardanti altre categorie merceologiche (pasta, biscotti, pelati...).

1 commento:

  1. rispettare sempre le scadenze, altrimenti se ci va bene se ne esce con un mal di pancia.

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