giovedì 1 marzo 2012

Caro amico ti scrivo

Mi ha colta parecchio di sorpresa, stamattina, la notizia che Lucio Dalla era stato stroncato da un improvviso attacco cardiaco durante un tour in Svizzera... e non sono stata certo l'unica: ho avuto l'impressione che tra gli stessi giornalisti non fossero in tanti ad avere già pronto il coccodrillo. Nonostante il cantautore bolognese avesse salutato da un pezzo la giovinezza – avrebbe infatti compiuto sessantanove anni fra tre giorni (4 marzo 1943, la sua data di nascita, è anche il titolo di un suo celebre brano autobiografico) – sembrava abbastanza in forma in occasione dell'ultima apparizione televisiva, risalente ad appena due settimane fa, nel corso del Festival di Sanremo: Dalla si è esibito assieme al giovane Pierdavide Carone, uno dei reduci di Amici di maggior talento, facendogli in pratica da semplice corista, oltre che da direttore d'orchestra e coautore del brano Nanì. A tale ruolo defilato in favore delle nuove leve Alessandro Gilioli ha dedicato un post che, a rileggerlo oggi, fa quasi venire gli occhi lucidi. Ed è ancor più triste ripensare ai pettegolezzi maligni dei quali Dalla, a quanto pare omosessuale anche se non dichiarato, è stato vittima per aver scoperto e/o sostenuto alcune giovani promesse della musica italiana, da Luca Carboni a Samuele Bersani, per arrivare al suddetto Carone.
La lunga carriera dell'artista è costellata di successi, da L'anno che verrà a Com'è profondo il mare, da Piazza Grande a Cosa sarà, entrati nella storia della musica leggera italiana: l'Unità ha selezionato dieci canzoni. Personalmente – chiedo venia per la scarsa originalità – mi piace ricordare Dalla con uno struggente brano del 1986 che metteva particolarmente in risalto le sue straordinarie doti vocali e che è divenuto oggetto di innumerevoli cover, dedicato agli ultimi giorni di vita del tenore Enrico Caruso: Caruso, appunto.

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