venerdì 12 marzo 2010

Impossibile? Solo se pensi che lo sia!

Tempo fa cercavo su Google la risposta a non ricordo quale domanda "esistenziale". Dopo aver digitato la parola perché, Google Suggest (che come dimostrano Enrico Sola e Massimo Mantellini rappresenta di per sé un valido spunto) mi propose come secondo suggerimento «perché un corvo è come una scrivania».


Che quesito bizzarro, pensai (non che gli altri... :-)). Ebbene, questa domanda, insieme alla relativa risposta (forse ;-)), ricorre in Alice in Wonderland, la visionaria favola diretta da Tim Burton che ho visto ieri sera al cinema (qui il trailer).
Il film, girato con le migliori tecnologie visive oggi disponibili (CGI, stop-motion, performance capture e 3-D), è una vera festa per gli occhi, non c'è che dire: imperdibile per chi sa ancora lasciarsi stupire dagli effetti speciali, oltre che da trucco e costumi di altissimo livello. Sul piano della trama... beh, l'ho trovato abbastanza noiosetto, con meno emozione e poesia di quanto mi sarei aspettata da cotanto regista: trattasi dell'ennesima variazione sul tema dell'eterna lotta tra il Bene (la Regina Bianca, cui presta pallore e sopracciglia Anne Hathaway) e il Male (l'ultraperfida e macrocefala Regina Rossa, interpretata da un'irriconoscibile Helena Bonham Carter). D'altronde la storia, arricchita dal tema dell'insofferenza alle rigide convenzioni sociali, è resa più attraente da una raffica di trovate immaginifiche e lessicali all'insegna della creatività più sfrenata: una degna trasposizione sul grande schermo del magico mondo nato dalla fantasia di Charles Lutwidge Dodgson, in arte Lewis Carroll, autore del celebre romanzo Alice nel paese delle meraviglie.
Come titolo del post ho scelto quella che considero la battuta migliore del film, rivolta ad Alice (Mia Wasikowska) da Johnny Depp nei panni di un Cappellaio Matto «che nei momenti migliori ricorda il Mago Galbusera» (cit. :-D). Dovrei ripeterla a me stessa, ogni tanto... ;-)

2 commenti:

  1. Bene bene. Quindi è piaciuto molto anche a te, eh? Con la trama un po' piattina, però...

    Evabbè, dai. Alla fine è una favoletta...

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  2. Beh, "molto" magari no... una trama carente non è un aspetto sul quale sorvolo volentieri! ;-) Potrei farti svariati esempi di favole che mi hanno toccato il cuore: forse è Alice di per sé che si presta più a meravigliare che a commuovere... ma secondo me è un peccato che Tim Burton non abbia sfoderato un colpo di genio dei suoi.

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