sabato 6 marzo 2010

Be the captain of your soul

Oggi avevo pensato di occuparmi dell'argomento del giorno (se non sai a cosa mi riferisco significa che, beato te, vivi sulla Luna :-S)... ma lo schiaffo alla democrazia e al rispetto delle regole a cui ho dovuto assistere mi ha indignata a tal punto che, per non amareggiarmi ulteriormente, preferisco parlar d'altro. Per la precisione, del film che ho visto al cinema ieri pomeriggio: Invictus, con la regia di Clint Eastwood, adattamento cinematografico del romanzo Ama il tuo nemico di John Carlin, a sua volta ispirato a fatti realmente accaduti.
Cominciando dalle mie critiche, che da punti di vista diversi potrebbero anche tramutarsi in lodi, chi lo sa... la rappresentazione oserei dire agiografica di Nelson Mandela (impersonato da Morgan Freeman, straordinario nell'interpretare un personaggio così carismatico) non approfondisce adeguatamente i problemi che l'allora presidente sudafricano si trovò ad affrontare. Inoltre, ma probabilmente è un mio limite, non sono riuscita ad appassionarmi più di tanto al trionfale percorso che ha condotto una squadra non particolarmente competitiva come gli Springboks, capitanati da François Pienaar (un Matt Damon bravo e "fisicato"), a un'insperata vittoria della coppa del mondo di rugby disputata in Sudafrica nel 1995, battendo in finale nientepopodimenoché gli All Blacks, per una volta non assistiti dalla tradizionale danza maori haka. Infine... beh, forse qualche taglio avrebbe giovato alla pellicola, della durata di 134 minuti: per quanto mi riguarda non ho trovato particolarmente avvincenti le sequenze di gara (sarei comunque curiosa di sapere come sono state girate le scene che si svolgono negli stadi gremiti).
Questi difetti che ho riscontrato, però, non possono certo far passare in secondo piano i messaggi a dir poco edificanti contenuti nella storia: la necessità di contrastare ogni forma di pregiudizio, ostilità e intolleranza, non solo dei bianchi contro i neri ma anche viceversa, e il potere che anche un elemento "futile" come lo sport può avere per unire un Paese come la Rainbow Nation, segnata da decenni di apartheid.
Due battute da ricordare, presenti anche nel trailer: «Tutti i bianchi tifano per il Sudafrica, tutti i neri tifano per l'Inghilterra. Questo deve cambiare», e la risposta data da Madiba alla sua assistente che gli domandava se il suo interesse per il rugby fosse dettato solo da un calcolo politico: «No, è umano, il calcolo».
Infine, la poesia che dava coraggio a Mandela nei lunghi anni di prigionia, intitolata per l'appunto Invictus, è del poeta inglese William Ernest Henley. Ecco i versi salienti in lingua originale.
It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.

5 commenti:

  1. Tutto sommato non mi sembri soddisfattissima.

    Io conto di andarci nelle prossime settimane...

    RispondiElimina
  2. In effetti non proprio: per dire, Gran Torino mi aveva colpita sicuramente di più. Però Invictus è quel genere di film che dispiace criticare, per questo ho voluto mettere in luce anche gli aspetti positivi...

    RispondiElimina
  3. Beh, a me Eastwood come regista piace.

    Gran Torino è un gran bel film, ma mi sono piaciuti molto di più Un mondo perfetto e Million Dollar Baby.

    Vorrei vedere (me ne hanno parlato benissimo) anche Flags of our father e Letter from Iwo Jima.

    Tu ne hai visto qualcuno di questi o solo Gran Torino prima di Invictus?

    RispondiElimina
  4. Ecco, ho citato Gran Torino perché era il suo film più recente, ma di Eastwood ho visto anche I ponti di Madison County, Mystic River e Million Dollar Baby: soprattutto quest'ultimo l'ho trovato un grande film (ne ho anche scritto)... e ho intenzione di recuperare Changeling, oltre agli altri che citi tu.

    RispondiElimina
  5. Sì. Visti tutti quelli che hai citato. Tutti molto belli. Film duri, ma molto belli :).

    RispondiElimina