Mesi fa ricevetti sul telefono di casa una chiamata da un call center. L'operatrice proponeva l'acquisto di biglietti per uno spettacolo di beneficenza in favore dell'UNICEF, da consegnare a domicilio. Poiché mi sembrava una prassi a dir poco insolita, per togliermi ogni dubbio scrissi un e-mail al Comitato Regionale UNICEF Abruzzo: l'addetto mi rispose rassicurandomi circa la buona fede dell'agenzia Gema Ticket, che da anni collabora con la Nuova Compagnia Teatrale di Verona (responsabile della messa in scena della commedia in questione) per sostenere l'attività del suddetto comitato. Insomma, dopo aver ammesso con me stessa di aver peccato di eccessiva diffidenza, comprai volentieri il biglietto.
Oggi pomeriggio, presso il Teatro Massimo di Pescara, ho finalmente assistito allo spettacolo: si trattava de L'amico di papà, una commedia in tre atti scritta da Eduardo Scarpetta (brochure scaricabile da qui).
La trama in sintesi: Liborio Ciaramella accoglie in casa sua il figlio di un carissimo amico, di nome Felice Sciosciammocca (non è un caso che si chiami come il protagonista di Miseria e nobiltà, capolavoro del commediografo partenopeo): vede in lui un possibile socio in affari, oltre che un buon partito per la figlia Marietta. Felice, che anche a non voler credere a certe cose mostra fin dall'inizio un talento innato per la iettatura, si proclama pronto a fare qualsiasi cosa per don (in senso laico ;-)) Liborio: desidera infatti sdebitarsi per tutto ciò che questo ha fatto per suo padre e per suo nonno. In realtà riuscirà a creare parecchio scompiglio in casa Ciaramella («Da che è venuto chillo dinto a sta casa s’è perduta la pace», sospira Marietta), innescando una serie di equivoci e malintesi uno più imbarazzante dell'altro.
Mi ero preparata leggendo il testo, in dialetto napoletano non troppo stretto, disponibile sull'impagabile Liber Liber (lo trovi nell'e-text Tutto il teatro: volume secondo, pagg. 30–64)... ma lo spettacolo è stato ancor più divertente di quanto mi aspettassi: non solo perché ovviamente assistere a una rappresentazione è assai più coinvolgente che leggerne il testo, ma anche perché il copione andato in scena, un pochino differente da quello che avevo letto io, prevedeva l'inserimento di alcune trovate sceniche abbastanza "sfiziose". :-D
Il migliore del cast è stato Enzo Rapisarda, che oltre ad impersonare Felice curava pure la regia. Al termine della commedia si è concesso uno spassoso discorsetto sulle apparenze che ingannano (forse) e sull'impegno che ci vuole per fare teatro, non risparmiando una frecciatina ad una certa Patrizia D'Addario, rea di aver "rubato" la passerella del Festival del Cinema di Venezia a gente come Nicholas Cage, Brad Pitt e George Clooney. Questo, assieme al fatto che nella commedia siano state citate località come Casoria e Portici (uhm, dov'è che le ho sentite nominare quest'anno? ;-)), mi ha fatto apparire il tutto particolarmente attuale... :-)
Con tutte quelle che si sentono ti fanno diventare diffidente per forza.
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