La prima volta che visitai l'Osservatorio Astronomico Colle Leone, diversi anni fa, ricordo che lungo la strada, a breve distanza dalla destinazione, mi colpì la visione dei proiettori di una discoteca "sparati" verso l'alto: «Come si fa a godersi lo spettacolo del cielo stellato in queste condizioni?», mi chiesi... e sperai che il problema venisse risolto nel più breve tempo possibile.
Ho ripescato questo fatto dalla mia memoria dopo aver letto che oggi ricorre la XVII Giornata nazionale sull'inquinamento luminoso, nata con l'obiettivo di sensibilizzare il grande pubblico sulle conseguenze dell’eccessivo utilizzo di luce artificiale. È chiaro che l'illuminazione pubblica non crea di certo le condizioni ottimali per osservare la volta celeste. Eppure qualcosa si potrebbe fare per migliorare la situazione: ad esempio «l'adozione d'opportuni sistemi d'illuminazione pubblica correttamente orientati verso il basso» e «impedire la costruzione di fari d'illuminazione nelle vicinanze degli osservatori astronomici, sia professionali sia amatoriali». Accorgimenti semplici e non particolarmente onerosi, ma che avrebbero molteplici effetti positivi: favorire la ricerca scientifica, il risparmio energetico e l'osservazione del cielo, che è un diritto di tutti.
[Nella foto, tratta da APOD: il cielo stellato sopra l'Isola di Pasqua]
Non avevo mai riflettuto sul fatto che le illuminazioni potessero produerre inquinamento luminoso..
RispondiEliminaE invece sì, visto? Ci sono foto del nostro pianeta illuminato scattate dallo spazio che lo dimostrano meglio di tante parole. Sebbene esistano problemi più seri, credo che valga la pena di occuparsi anche degli altri, se la soluzione è a portata di mano...
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