domenica 30 aprile 2023

Diario dello scorso weekend

Lo scorso weekend sono tornata a Pescara, nell'appartamento che ho ereditato dai miei genitori. Non l'ho fatto con intento vacanziero, malgrado fosse imminente il ponte del 25 aprile: nella tarda mattinata di domenica infatti siamo dovuti ripartire, visto che il mio compagno era impossibilitato a prendere ferie (io invece lunedì sono stata in ferie "forzate", dal momento che l'azienda per cui lavoro aveva optato per un giorno di chiusura). Il fatto è che venerdì sera era in programma un'assemblea condominiale per discutere riguardo ad alcune questioni piuttosto importanti, e mi è sembrato giusto essere presente in prima persona senza delegare nessuno.

Il resto del tempo, però, nei limiti del possibile la città e i dintorni me li sono goduti, mangiando benissimo e riempiendomi lo sguardo e i polmoni di quel mare che d'estate rifuggo, ma fuori stagione mi piace un sacco; mi sono resa conto di amare e apprezzare Pescara più di quanto abbia mai fatto quando ci vivevo. Per dire, ad attraversare la città da un capo all'altro impieghi 10-15 minuti o poco più... tempi che qua in Brianza mi sogno. Trovo che Pescara abbia la dimensione ideale, "a misura d'uomo": non è certo grandissima (come ad esempio Milano) né tantomeno tentacolare (cit.), ma non è nemmeno dispersiva come la campagna, e nel raggio di pochi chilometri trovi tutto quello che ti può servire. Tranne il lavoro che desideravo: quello non l'ho trovato se non al Nord, dove mi ero trasferita per motivi sentimentali. Il prezzo da pagare, d'altronde, sono dei ritmi sempre più insostenibili. A Pescara invece era tutto più lento e tranquillo: magari anche troppo, direbbe qualche "milanese imbruttito". Sono tornata a casa con addosso una nostalgia struggente, e nel cuore il sogno che, quando (e se) io e il mio amore andremo entrambi in pensione, almeno i mesi più freddi dell'anno li trascorreremo al Sud. Ma per poter realizzare quel sogno ci saranno svariati ostacoli da superare e questioni da risolvere.

[Quando andavo alle elementari l'Abruzzo era considerato "Centro Italia" insieme alla Toscana, alle Marche, all'Umbria e al Lazio, poi "chissà perché" ci hanno collocati al Sud assieme al Molise]

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