domenica 28 giugno 2020

Cosa darei per sentire ancora la tua voce

La morte non è nulla. Non conta.
Io me ne sono solo andato nella stanza accanto.
Non è successo nulla.
Tutto resta esattamente come era.
Io sono io e tu sei tu e la vita passata che abbiamo vissuto così bene insieme
è immutata, intatta.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il vecchio nome familiare.
Parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce,
Non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Sorridi, pensa a me e prega per me.
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima.
Pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
È la stessa di prima,
C’è una continuità che non si spezza.
Cos’è questa morte se non un trascurabile incidente ?
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Va tutto bene; nulla è perduto
Un breve istante e tutto sarà come prima.
E come rideremo dei problemi della separazione quando ci incontreremo di nuovo!
Nella notte fra il 23 e il 24 giugno la mia mamma se n'è andata per sempre. Che stesse male non era certo un mistero, ma il drastico aggravamento delle sue condizioni di salute nella giornata di martedì ci ha colti tutti impreparati. Verso le 22 è arrivato il 118, e quando ho parlato al telefono con il medico mi ha convinta che fosse necessario portare al più presto mia madre in ospedale; se lei fosse stata ancora lucida com'era fino a poche ore prima probabilmente avrebbe rifiutato, ma le parole del dottore mi hanno illusa che si potesse fare qualcosa per salvarle la vita. E invece, poco dopo che io e il mio compagno eravamo partiti dalla Brianza alla volta di Pescara con lo stretto indispensabile raccolto in fretta e furia (seguendo una packing list che avevo preparato in anticipo proprio in vista di un'evenienza del genere), ho ricevuto la notizia che temevo: vana era stata la mia speranza di poter dare a mia madre una carezza prima che lei esalasse l'ultimo respiro.
I funerali sono stati celebrati venerdì, e dopo aver tanto sofferto adesso lei riposa serena accanto al mio papà. Io invece, serena, adesso come adesso non ho idea di quando e se tornerò mai ad esserlo.
P.S.: La poesia di Henry Scott Holland che ho riportato in apertura del post l'ho scelta nel tentativo diciamo di autoconvincermi, ma finora non sta funzionando granché; per quanto belle e profonde, in questo momento quelle parole mi suonano irrimediabilmente vuote.

3 commenti:

  1. No problem, il senso era chiaro... Grazie di cuore!

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  2. Ho letto solo ora, in questi giorni sono stato un po' lontano dal blog e relativo blogroll. Ti porgo le mie più sentite, anche se tardive, condoglianze per la perdita di tua madre.
    Un abbraccio.

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