sabato 13 giugno 2020

#BlackLivesMatter

Quest'oggi condivido alcuni spunti che ho raccolto riguardo al movimento Black Lives Matter (BLM, letteralmente «le vite dei neri contano»), tornato sulle prime pagine dei giornali in seguito al divampare delle proteste per la morte di George Floyd.
L'azienda di abbigliamento sportivo Nike ha pubblicato un video coraggioso – ebbene sì, coraggioso, se non altro dal punto di vista commerciale, perché prendere posizione in maniera così esplicita contro il razzismo significa rischiare di alienarsi le simpatie di milioni di consumatori orgogliosamente razzisti – giocando sul suo slogan «Just do it», fallo e basta.

Per una volta, non farlo. Non far finta che non ci sia un problema in America. Non voltarti dall'altra parte davanti al razzismo. Non accettare che persone innocenti perdano la vita. Non cercare più scuse. Non pensare che questo non ti riguardi. Non rimanere in silenzio. Non pensare di non poter far parte del cambiamento. Possiamo tutti far parte del cambiamento.
Ed ecco alcune immagini a tema.





[Poiché non mi sono ancora fatta un'idea definitiva al riguardo, eviterò di sbilanciarmi riguardo ad alcuni effetti collaterali di questo movimento: l'abbattimento di statue di personaggi controversi, la censura di film come Via col vento per i contenuti potenzialmente razzisti, addirittura la messa al bando dei cioccolatini chiamati "moretti" nei supermercati svizzeri. Attenendomi alle questioni che riguardano il nostro Paese, non sono sicura che rimuovere la statua di Indro Montanelli, come vorrebbero i Sentinelli di Milano, sia una buona idea. Quello che penso è che, dopo aver letto questi resoconti della sua prima "avventura matrimoniale" in Abissinia in tempo di guerra, per la quale l'interessato non fece mai ammenda, anzi interpellato al riguardo rispondeva sorridendo che «in Africa è un'altra cosa», quella statua non avrebbe mai dovuto essere collocata]

Nessun commento:

Posta un commento