Di recente il chimico Dario Bressanini, titolare del blog Scienza in cucina ospitato dal sito di Le Scienze, ha dedicato un post a un alimento di gran moda: la quinoa (si pronuncia chìnua). Copincollando da Wikipedia, «La quinoa [...] è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Chenopodiaceae, come gli spinaci o la barbabietola. I semi di questa pianta, sottoposti a macinazione, forniscono una farina contenente prevalentemente amido, il che consente a questa pianta di essere classificata merceologicamente a pieno titolo come cereale nonostante non appartenga alla famiglia botanica delle graminacee (Poaceae). Si distingue da altri pseudocereali per l'alto contenuto proteico e per la totale assenza di glutine». A differenza di altri cibi "di tendenza", la quinoa ha davvero un buon valore nutrizionale, a tal punto che l'ONU ha dichiarato il 2013 "anno internazionale della quinoa". Bressanini osserva che a ben vedere il contenuto proteico della quinoa non è particolarmente elevato; a differenza di altri vegetali, la quinoa contiene però tutti gli amminoacidi essenziali, ovvero quelli che il nostro corpo non è in grado di sintetizzare, dovendo pertanto necessariamente assumerli col cibo per poter costruire le proteine di cui ha bisogno.
La quinoa presenta anche altri pro, non senza qualche contro: ti rimando al post del nostro amichevole chimico di quartiere – è così che ama autodefinirsi – per tutti i dettagli. Per quanto mi riguarda mi limiterò a segnalare due primi piatti a base di quinoa che ho trovato in commercio e ho assaggiato personalmente: bulgur e quinoa della linea Salvaminuti 90 secondi prodotta da Pedon...
... e quinoa alla mediterranea di F.I.R.M.A. Italia, non altrettanto veloce da preparare ma forse più gustosa.
[In entrambi i casi, come spesso accade, c'era scritto "due porzioni"... e invece bastava sì e no per me sola! Vabbè che a pranzo di solito mangio solo il primo e la frutta]
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