mercoledì 9 settembre 2009

Desideri reconditi

Ieri ho letto un po' di commenti ai video di YouTube in cui compare Mike Bongiorno. Fra i numerosi messaggi di cordoglio successivi alla notizia della sua dipartita, non ne mancavano alcuni di utenti che, trincerandosi dietro l'anonimato, declinavano in maniera variamente squallida e becera il concetto di «ben gli sta». Posso capire chi storce il naso di fronte alle glorificazioni postume... ma certi eccessi in senso opposto li trovo inammissibili: non bisognerebbe mai dimenticare il rispetto che è dovuto a tutti, tanto ai morti quanto ai vivi.
[Anticipo una domanda che forse qualcuno vorrà farmi (ma forse anche no :-)): «Se non vedi di buon occhio l'anonimato, perché usi un nickname?». Beh, devo ammettere che, con il carattere timido e insicuro che mi ritrovo, non tutte le opinioni che esprimo su questo blog le esporrei volentieri in una discussione pubblica. Però non mi pare di scrivere nulla che una persona civile, ma dotata di un'assertività e di una sicurezza di sé adeguate, non potrebbe dire apertamente in giro... e senza doversene affatto vergognare. Dubito che il pischello che al riparo della sua stanzetta scrive «Era ora che Tizio tirasse le cuoia» ripeterebbe le stesse parole ad alta voce anche solo in presenza dei parenti più grandi.]
Se gli insulti alla buonanima di Mike Bongiorno mi hanno amareggiata, non mi hanno fatto meno effetto le decine e decine di commenti del tipo «Non vedo l'ora che tocchi al suo (ex) datore di lavoro», in particolare questo (una variante, che evidentemente sottintendeva sempre lo stesso soggetto, era circolata all'indomani della scomparsa di Michael Jackson). Posso escludere categoricamente fin d'ora che mi vestirò a lutto quando ciò accadrà... anche se non è mica detto che io sopravviva a uno che secondo il suo medico «tecnicamente è quasi immortale». ;-) Ciononostante, il fatto che così tanta gente lo auspichi senza alcun pudore non mi piace affatto. Non soltanto perché augurare il male a qualcuno non è cristiano; se è per questo non è neppure umano, parlando in termini laici (e a chi volesse obiettare che «è colpa sua se siamo arrivati a tanto» risponderei che non c'è da essere granché soddisfatti di abbassarsi a certi livelli). E nemmeno perché tutto questo non pone di certo l'antiberlusconismo in una buona luce (per tacere della diffusa credenza secondo cui «tutto quest'odio è il suo elisir di lunga vita»). Ma soprattutto perché ammettere che soltanto con la morte del "nemico" le cose potranno cambiare in meglio equivale a dichiararsi sconfitti rinunciando a fare la propria parte, o almeno è così che la vedo io: un atteggiamento per nulla costruttivo.
Vorrei che queste mie considerazioni venissero prese per quello che sono, ossia come un invito alla riflessione, e non come un predicozzo: certe libertà può permettersele soltanto chi ha un'alternativa valida da proporre... :-)

2 commenti:

  1. La morte non si augura a nessuno, in fondo a me basterebbe che politicamente si bruciasse, cosa quanto mai improbabile.
    Come dici bene tu, è con le idee che va combattuto, con idee che siano migliori delle sue.

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  2. Mi fa davvero piacere che la pensi come me... :-) L'altro giorno ho riproposto queste considerazioni su FriendFeed, con scarsissimo successo: "Cosa c'entra la cristianità?", "Chi l'ha detto che l'odio non è un sentimento umano? È umano eccome!". Ce ne fosse stato uno che si soffermasse sul mio invito a un'opposizione costruttiva...

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