In seguito alle dichiarazioni del figlio del leader libico Gheddafi a proposito della probabile assegnazione di un ministero al leghista Roberto Calderoli, c'è stata una netta presa di posizione bipartisan contro possibili ingerenze straniere nella politica del Belpaese. Sulla difesa dell'autonomia del governo italiano non ho proprio nulla da obiettare, ci mancherebbe.
Però soltanto uno, per quanto ne so, ha avuto l'ardire di sottolineare pubblicamente un concetto altrettanto giusto del no alle interferenze indebite, ossia che, qualora Calderoli diventasse davvero ministro (e probabilmente a questo punto un dicastero non glielo toglie nessuno, anche grazie a questa vicenda), episodi come quello vergognoso del 2006 non dovranno ripetersi. Beh, incrociamo le dita! Chissà dove pensa di piazzarlo il premier in doppio pectore... (Questa frasetta l'ho trovata in qualche blog, e mi è piaciuta così tanto che volevo "rivenderla" a tutti i costi!)
Io credo che, se l'Italia fosse un Paese davvero civile, un personaggio che si è reso protagonista di uscite così discutibili (e non sto parlando soltanto della maglietta con la vignetta anti-Islam) non entrerebbe in Parlamento, né tantomeno potrebbe aspirare a un ruolo di elevata responsabilità istituzionale, anzi forse non verrebbe neppure candidato. E non mi riferisco solamente a Calderoli...
Io sono d'accordo che la Libia non deve preoccuparsi della politica interna italiana, ma resta comunque che il gesto fatto tempo fà da Calderoli non è stato certo da apprezzare....
RispondiEliminaHai detto "civile". Che c'entra l'italia?
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