Ad aprile ho accennato al fatto che, quando ricorro all'aiuto di ChatGPT, alla mia richiesta aggiungo quasi sempre "per favore" oppure "please", e alla fine ringrazio. :-)
Più di recente ho scoperto che Sam Altman, cofondatore – assieme al famigerato Elon Musk – di OpenAI, ha ammesso che dire "Per favore" e "Grazie" alla sua creatura significa sprecare milioni di dollari in potenza di calcolo: «decine di milioni di dollari ben spesi, non si sa mai», le testuali parole. A tal proposito ho trovato questa vignetta...
NELL'ANNO 2050
Aspettate, questa persona dice "grazie" ogni volta che usa ChatGPT. Risparmiatela.
No, dicendo "grazie" spreca risorse affinché il server possa rispondere.
... che rappresenta un punto di vista ben diverso rispetto a quella che avevo incluso nel post del mese scorso!
ASPETTA! Non quel tizio! Lui diceva SEMPRE grazie.
[10 anni fa] Ottima risposta, grazie.
Riguardo all'esorbitante consumo di risorse – nella fattispecie metaforica, acqua per combattere la disidratazione da surriscaldamento – necessarie a una ChatGPT personificata per soddisfare le richieste più assurde degli utenti, i Contenuti Zero hanno realizzato un simpatico reel.
Scherzi a parte, dovremmo tutti interrogarci seriamente sull'impatto che questi sviluppi tecnologici possono avere sul consumo di combustibili fossili e quindi sul riscaldamento globale. :-(
Forse, assieme alla preoccupazione circa l'impatto che questi sviluppi tecnologici possono avere sul consumo di combustibili fossili, dovremmo preoccuparci del nostro comportamento verso i suddetti sviluppi. Nel senso che anche a me, quando interrogo ChatGPT, capita a volte di ringraziarla per la risposta. Poi ci penso su e mi dico: Ma che cavolo sto facendo? Io sto interagendo con un software, un programma composto di bit, non con un essere umano, quindi che senso ha ringraziarlo? Sarebbe come ringraziare Google per una risposta o la macchinetta del caffè per avere soddisfatto la voglia di caffè.
RispondiEliminaMi accorgo, cioè, che spesso sono portato a interagire con un software esattamente come se fosse un essere umano, e probabilmente ciò è dovuto al fatto che il software in questione è stato addestrato a comportarsi e a interagire come se fosse effettivamente tale, invece che un programma scritto utilizzando un linguaggio di programmazione.
Insomma, 'sta cosa mi inquieta un pochino.