Oggi sono dieci anni esatti da quando mio papà ha esalato il suo ultimo respiro, molto probabilmente in mia presenza, in un letto dell'ospedale di Pescara dove era ricoverato da una decina di giorni. Era già molto malato e debilitato, e dopo essersi fratturato il femore non si è più ripreso. E in un certo senso neanch'io: in tutto questo tempo non sono ancora riuscita a metabolizzare del tutto la sua perdita e la sua assenza.
Questa sera voglio condividere un video uscito qualche mese fa nel quale il conduttore televisivo Gabriele Corsi, nel corso del programma In Altre Parole condotto da Massimo Gramellini su LA7, legge una poesia dedicata a suo padre.
Non so se suo padre sia ancora vivo, e se sì quali siano le sue condizioni, ma in ogni caso le sue parole hanno toccato in me delle corde molto sensibili, e le ho sentite profondamente mie, specie in questo periodo così difficile in cui darei qualunque cosa per poter avere il conforto dei miei genitori, che purtroppo non ci sono più da anni.
Fammi essere ancora figlio.
Solo una volta. Una volta sola.
Poi ti lascio andare.
Ma per una volta, ancora, fammi sentire sicuro.
Proteggimi dal mondo.
Fammi dormire nel sedile dietro il tuo.
Guida tu, che io sono triste e stanco.
Ho voglia che sia tu a guidarmi, papà.
Metti la musica che ti piace,
che sarà quella che una volta cresciuto piacerà a me.
Fammi essere piccolo.
Pensa tu per me.
Decidi tu per me.
Mettimi la tua giacca, che a me sembra enorme, perché ho freddo.
Prendimi in braccio e portami a letto perché mi sono addormentato sul divano.
Raccontami storie.
E se sei stanco non farlo. Ma non te ne andare.
Ho voglia di rimanere figlio per sempre.
Abbracciami forte come dopo un gol.
Dormi ancora, come hai fatto per una settimana su una sedia accanto al mio letto in ospedale.
Rassicurami.
Carezzami la testa.
Lo so che per tutti arriva il momento in cui devi fare da padre a tuo padre.
Ma io non voglio.
Non ora.
Voglio vederti come un gigante. Non come un uccellino.
Non andare, papà.
Ti prego.
Fammi essere ancora figlio.
Fammi essere per sempre tuo figlio.
E' davvero e profondamente bello, questo testo poetico.
RispondiEliminaCiao, un abbraccio.
Io ho perso mio padre il 7 giugno di 50 anni fa di infarto: aveva 59 anni e non aveva mai avuto un disturbo. Dopo tutto questo tempo ancora adesso mi capita mentre guido la macchina da solo di piangere. Certe cose non passano mai del tutto alla faccia di chi dice che il tempo sistema le cose! Quindi temo che anche tu (come me) ti debba rassegnare al dolore senza fine.
RispondiElimina